Teatro Pubblico Pugliese: “Vogliamo un consorzio vero o il solito carrozzone?”
“Il presidente Emiliano rammenti – prima di metter mano al riassetto di Puglia Promozione e all’ eventuale accorpamento di Teatro Pubblico Pugliese e Film Commission all’interno della stessa Agenzia – che Teatro Pubblico nacque e si consolidò come Consorzio tra i comuni pugliesi sino a quando, nella seconda legislatura Vendola, con un autentico colpo di mano in Consiglio, la Regione avocò a sé la maggioranza ed il controllo dello stesso, emarginando ed esautorando di fatto la storica partecipazione dei comuni”, ha detto chiaro e tondo il consigliere regionale Nino Marmo (Forza Italia sul Teatro Pubblico Pugliese. Per Marmo, inoltre, gli esiti di quella manovra si sono rivelati “…poco lusinghieri, così come deludenti sono risultate le politiche regionali di promozione dello spettacolo, successivamente sdoppiate, quanto a finanziamenti, tra Film Comission ed appunto Teatro Pubblico. Con evidente dispersione di risorse amministrative ed umane e ricorrenti zone d’ombra sulla gestione dei fondi comunitari”. E allora, a suo parere, sarebbe il caso di fare decisamente marcia indietro, a cominciare proprio dal Teatro Pubblico Pugliese. La Regione, insomma, dovrebbe rinunciare alla quota di maggioranza, mantenendo una partecipazione al 20% e limitandosi per l’ex assessore Marmo a un “mero ruolo di indirizzo”. Motivo? “Così facendo restituirà ai Comuni autonomia e libertà di manovra, oltre ad un ruolo proattivo in materia di spettacolo. Senza contare che così avrebbe ancora un senso continuare a parlare di “Consorzio” Teatro Pubblico Pugliese. Un Consorzio vero”. Del resto, sulla gestione di agenzie, enti e società la storia della Regione Puglia è lungamente lastricata da sperperi e scandali, denunce e indagini, assegnando spesso fondi pubblici a sale cinematografiche di proprietà incompatibili oppure in conflitto di interesse. Come accadde qualche anno fa, quando il consigliere Massimo Cassano voleva sapere chi utilizzava fondi pubblici poiché non si evincevano i nomi dei beneficiari, bensì solo quelli delle sale cinematografiche. In mezzo c’era una sala di Melendugno (Le) riconducibile a Carmelo Grassi, presidente del Teatro Pubblico Pugliese. Ma anche se era vero che il “Nuovo Cinema Paradiso”, gestito dalla ditta di Grassi, era utilizzato come teatro dal Teatro Pubblico Pugliese e che lo stesso contenitore era stato recuperato con fondi per la maggior parte di provenienza regionale, per cui lo stesso Grassi risultava assegnatario dei fondi 2010/2011 del circuito d’autore i cui nominativi non sono mai stati resi noti e pubblicati sul sito della
Antonio De Luigi
Pubblicato il 4 Maggio 2016