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Teca regionale: trovata la nuova sede, ora tocca ai lavoratori

Una raccolta firme di oltre seicento persone per scongiurare la perdita nella qualità dei servizi offerti dalla Teca del Mediterraneo, la biblioteca del Consiglio regionale di via Giulio Petroni, a Bari. Questo l’obiettivo di un gruppo di utenti della Teca dopo la pubblicazione di un bando di gara per l’affidamento esterno di una gestione che non prevede specifiche garanzie professionali né, tanto meno, alla salvaguardia del posto di lavoro di tutti gli attuali operatori. Personale precario che da vent’anni porta avanti numerose attività e la gestione di un gran numero di servizi, a beneficio della tanto osannata (a parole) cultura. A fianco dei lavoratori precari che lavorano nella biblioteca del consiglio regionale s’è schierata da tempo la Cgil, ma senza ottenere alla fine nulla di concreto da parte di un’amministrazione regionale che rinnega conquiste e assunzioni del passato magari solo perché portate avanti da altri amministratori, non fa niente se della stessa coalizione. Eppure quella biblioteca dove sono tanti gli utenti che leggono quotidiani, libri e riviste ogni giorno, occupando le (poche) postazioni di computer a disposizione, funziona anche grazie al lavoro di quel gruppo di lavoratrici che –ma pochissimi lo sanno…- da ben quindici anni catalogano, schedano, archiviano – appunto – riviste, libri, pubblicazioni di vario genere messe a disposizione della cittadinanza barese e non solo. Dunque, quelle lavoratrici sono precarie, eppure garantiscono <<…un servizio utile a tutta la comunità pugliese attraverso una lunga sequela di contratti atipici, l’ultimo dei quali scadrà fra un anno, e che nulla sanno di cosa accadrà dopo questa ennesima scadenza>>, spiegava ancora la sindacalista che ha abbracciato la loro causa, l’anno scorso. Andiamo avanti: arrivate in biblioteca nel 1996 come stagiste, in virtù di una convenzione con l’Università di Bari, e come volontarie, hanno organizzato i materiali allora presenti in una biblioteca che era stata di uso interno al Consiglio regionale della Puglia. I documenti catalogati e collocati sono così stati resi disponibili alla consultazione delle persone che hanno cominciato a frequentare la biblioteca, che grazie alla volontà dell’allora dirigente e al nostro lavoro è stata  aperta al pubblico. Dopo qualche tempo stagisti e volontari hanno costituito un’associazione e una cooperativa che hanno gestito la biblioteca continuando nel tempo a formarsi in modo da rispondere sempre meglio alle richieste degli utenti e proponendo servizi che fanno avvicinare alla biblioteca un numero sempre maggiore di utenti. Sviluppo dei servizi, qualità delle collezioni, competenza dei bibliotecari sono alcuni degli elementi che permettono a Teca del Mediterraneo di essere una importante realtà conosciuta in Italia e all’estero: giungono richieste di documenti addirittura dalla Colombia. La biblioteca non ha mai disposto di spazi adeguati, da sempre persone e documenti condividono spazi ristretti e infatti da alcuni anni si cercano sedi più adatte. La collezione delle riviste, oltre 700 i titoli posseduti dalla biblioteca, è un settore che, per ovvie ragioni, richiede spazi sempre maggiori in un luogo la cui superficie non aumenta ed anche per questo è benvenuto il trasferimento dei locali all’interno della vicina ex Caserma Rossani. Ma quale valore si potrà attribuire alla biblioteca regionale di domani e alla possibilità che possa essere fruita in modo adeguato, se persone e materiali vengono trattati con così poco rispetto?

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Dicembre 2015

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