Cronaca

Tempi lunghi per lasciare il capannone ex Set: se ne parla l’anno prossimo, forse…

Si allungano i tempi per il trasferimento degli extracomunitari sistemati temporaneamente nella tendopoli all’incrocio tra Corso Mazzini e via Brigata Bari, nel rione Liberta’ a Bari. Un tempo che sembra ancora più lungo ai migranti che aspetteranno ancora parecchio la conclusione dell’appalto per la fornitura delle case prefabbricate ( o se preferite container, come li chiamano…) con un contratto che il Sindaco di Bari Antonio Decaro un paio di settimane fa s’era impegnato a sottoscrivere entro la fine del mese scorso. Poi i giorni di ritardo sono già diventati quasi trenta, anche se l’impegno non manca, come testimoniano i vari sopralluoghi per spegnere le micce che ogni santo giorno potrebbero accendersi. Ed esplodere, tra i rifugiati piu’ che arrabbiati, delusi per le promesse non mantenute. Abu Moro, portavoce della comunita’ degli extracomunitari ospitati nei capannoni ex Set da meta’ novembre 2014, mostra per l’ennesima volta le condizioni in cui sono costretti a vivere in quella che doveva essere una sistemazione temporanea. Le mostra anche al sindaco: escrementi di colombi ormai da anni di casa, sporcizia, tubature rotte nei bagni esterni, mancanza di sicurezza. una comunita’ pacifica, ma stanca di attendere. Bisogna dire che i termini per gare e appalti in effetti erano stati indicati dal Ministero, che pero’ non ha ancora approvato la procedura di emergenza, ne’ indetto la gara europea per l’acquisto dei container. E quando ci hanno pensato i servizi della Ripartizione Infrastrutture, Viabilità e Opere Pubbliche del Comune, guidati dall’ing. Montalto, alla fine dell’estate scorsa a celebrare l’appalto per la fornitura, ora tutto s’è bloccato in attesa dell’avvio dell’altra gara, quella per le opere primarie necessarie all’impianto dei cinquanta container. Ma, come ha confermato il primo cittadino, ci vuole tempo, specie in tempi in cui anche l’assistenza ai migranti potrebbe diventare anche a Bari un lucroso ‘business’ per società ed associazioni con i paraventi umanitari e onlus. Insomma, tutto pare ancora in alto mare e c’è chi dice che il Comune starebbe riflettendo sulla destinazione dei cento e più migranti ancora ospitati (si fa per dire…) nel capannone Ex Set. <>, ripetono i volontari vicini ai rifugiati. Dopo l’incontro con il Comune e la Prefettura di Bari di gennaio scorso, alcuni hanno ottenuto la residenza per il rinnovo del permesso di soggiorno, mentre alcuni nuclei famigliari con bambini piccoli sono state trasferite a Villa Roth, un paio di settimane fa. Nel frattempo arriva l’inverno e le condizioni di vita all’interno della tendopoli, come detto, sono peggiorate: sicuramente il capannone è inagibile per utilizzarlo come alloggio, persone costrette a dormire ammassati in otto in tende di appena 20 metri quadri, col rischio del contagio di malattie. Al momento la cittadinanza ed alcune associazioni danno una mano, promuovendo anche campagne di solidarietà, grazie alla quale si riesce a ricevere beni di prima necessità, che molti non riescono a reperire: dalle reti ai materassi, dai generi alimentari a quelli per la pulizia personale e alle scarpe. Ma può bastare? <>, ricordano gli stessi immigrati. Ora più che mai occorre capire i tempi di chiusura della tendopoli, l’individuazione di altri siti per un immediato trasferimento, ma anche come si stanno utilizzando i finanziamenti europei per i rifugiati (1,6 milioni di euro) destinati all’ottenimento di un’altra e umana abitazione. Se ne parlerà oggi pomeriggio in un’assemblea pubblica all’interno del capannone Ex Set a partire dalle sedici, quando si potrà anche firmare una petizione per il diritto ad abitare delle persone.

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 24 Ottobre 2015

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