Cronaca

Tempi più corti per lasciare il capannone e finire in un …dormitorio

Si accorciano i tempi per il trasferimento degli extracomunitari sistemati temporaneamente nella tendopoli all’incrocio tra Corso Mazzini e via Brigata Bari, nel rione Liberta’ a Bari che, come ha fatto sapere l’assessore all’Accoglienza Bottalico, entro la fine del mese entrante dovranno traslocare in un dormitorio alla estrema periferia nord della Città, verso Palese Santo Spirito. Un tempo che sembra infinito ai migranti che prima aspettavano l’appalto per la fornitura delle case prefabbricate ( o se preferite container, come li chiamano…) e cioè la baraccopoli che il Sindaco di Bari Decaro l’anno scorso s’era impegnato a celebrare entro la fine di aprile. Anzi, i suoi quaranta giorni sono già diventati sessanta e poi novante e poi….meglio lasciar perdere, visto che il clima sull’argomento seconda accoglienza sta diventando sempre più rovente. E la miccia potrebbe esplodere per le troppe promesse non mantenute. Abu Moro, portavoce della comunita’ degli extracomunitari ospitati nei capannoni ex Set da meta’ novembre 2014, ripete le condizioni in cui sono costretti a vivere in quella che doveva essere una sistemazione “temporanea”. Le ha mostrate anche al sindaco: escrementi di colombi ormai di casa, sporcizia, tubature rotte nei bagni esterni, mancanza di sicurezza. una comunità pacifica, ma stanca di attendere. Bisogna dire che i termini per gare e appalti in effetti erano stati indicati dal Ministero, che pero’ non ha ancora approvato la procedura di emergenza, dopo l’appalto per l’acquisto dei container, aggiudicato a una ditta di Massafra. Insomma, tutto pare ancora in alto mare e prima di fine estate, la nuova baraccopoli vicino alla Fiera del Levante difficilmente potrà essere piantata. Poi ci sono i problemi di sicurezza, tenendo presente che, in attesa di un altro censimento da parte dell’Ufficio Stranieri della Questura di Bari, nei tendoni ex Set entra ed esce chi vuole, senza controlli. Adesso ci sarebbero non meno di centottanta persone, anche se dopo il trasloco a Villa Roth di alcuni nuclei famigliari, il numero si sarebbe di poco ridotto. <>, ripetono i volontari rappresentanti dei rifugiati. Dopo l’incontro con il Comune e la Prefettura di Bari di un paio di anni fa, molti hanno ottenuto la residenza per il rinnovo del permesso di soggiorno, tuttavia le condizioni di vita all’interno della tendopoli, come detto, sono peggiorate: sicuramente il capannone è inagibile per utilizzarlo come alloggio, persone costrette a dormire ammassati in otto in tende di appena 20 metri quadri, col rischio del contagio di malattie. Al momento la cittadinanza ed alcune associazioni danno una mano, promuovendo anche campagne di solidarietà, grazie alla quale si riesce a ricevere beni di prima necessità, che molti non riescono a reperire: dalle reti ai materassi, dai generi alimentari a quelli per la pulizia personale e alle scarpe. Ma può bastare? <>, ricordano gli stessi immigrati. Ora più che mai occorre capire i tempi di chiusura della tendopoli, l’individuazione di altri siti per un immediato trasferimento, ma la proposta dell’assessora Bottalico di trasferirsi, temporaneamente, in un altro dormitorio, non ha fatto altro che riscaldare maggiormente gli animi. Anche i ragazzi africani, oramai, hanno capito fin troppo bene cosa significa ‘temporaneo’ e ‘transeunte’, da queste parti…

 

Francesco De Martino 


Pubblicato il 20 Febbraio 2016

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