Cronaca

Tempi stretti per il Servizio Idrico Integrato, ma il governo nicchia

Ripubblicizzazione di Acquedotto Pugliese, ancora nulla di fatto dopo circa tre mesi dalla chiusura dei lavori del tavolo tecnico aperto da Regione e Comitato “Acqua Bene Comune” istituito, grazie a una mozione del M5S, dallo stesso Ente per l’individuazione del prossimo modello di ‘governance’ per la società che fornisce l’acqua a pugliesi, calabresi, campani e lucani. “Nonostante la proposta elaborata dal Prof. Alberto Lucarelli e condivisa dal Tavolo Tecnico, il governo regionale si è chiuso in un silenzio assordante – ha dichiarato la consigliera cinquestelle Antonella Laricchia – e per questo sollecitiamo la richiesta, avanzata anche dai comitati per l’acqua pubblica e depositata da marzo 2016, di convocazione di un consiglio regionale monotematico che possa fornire risposte e programmare azioni concrete verso quella ripubblicizzazione auspicata non solo da noi ma anche da migliaia di cittadini che nel 2011 hanno espresso chiaramente la loro volontà in tal senso. L’acqua è un bene comune, il cui accesso deve essere un diritto garantito a tutti i pugliesi, scevro da regole di mercato e da speculazioni finanziarie e la cui gestione dev’essere chiara e trasparente”. Però il silenzio del presidente Michele Emiliano su futuro e prospettive di Acquedotto Pugliese in vista del termine per la gestione del Servizio Idrico Integrato (fissata al 31 dicembre 2018) comincia a preoccupare seriamente la politica pugliese. Sono passati più di tre mesi, ormai, dal completamento dei lavori del Tavolo paritetico politico-istituzionale costituito a seguito dell’approvazione all’unanimità di una mozione in Consiglio Regionale, e nonostante ormai tutti gli elementi tecnici e giuridici siano da tempo sul tavolo della Giunta regionale (cui spetta la responsabilità di assumere una decisione) persiste questo comportamento dilatorio su quale sia la strada da intraprendere, quasi che il Governo regionale non sappia, letteralmente, ‘che pesci prendere’. <<Tutto questo assume contorni di gravità inaudita, se pensiamo che l’ente di via Cognetti rappresenta il più grande acquedotto d’Europa e se questa inattività dovesse persistere, il rischio concreto è che non ci siano più i tempi per fare alcunché e l’unica soluzione possibile sarà la gara per l’affidamento del servizio ai privati>>, ha già fatto sapere l’altro consigliere regionale Cosimo Borraccino (Sinistra Italiana) visto che entro il 30 giugno 2018 (e cioè entro 6 mesi dalla scadenza del termine per l’affidamento) ogni decisione sul soggetto che dovrà garantire la prosecuzione nella gestione del servizio idrico integrato dovrà essere già formalmente assunta. Questo termine è tutt’altro che lontano, anzi, per i tempi della politica e della burocrazia in relazione ad un tema così complesso, può dirsi imminente. A questo punto la soluzione condivisa parrebbe la trasformazione di AQP in Azienda Pubblica Speciale, allo scopo di garantire effettivamente una gestione “trasparente e partecipata della risorsa idrica”, senza alcuna rincorsa al profitto e tenendo ben lontani gli appetiti dei privati da una realtà che rappresenta un patrimonio di tutti i pugliesi. Per Borraccino ogni altra scelta rischia di rappresentare un’inaccettabile cedimento dinnanzi alle regole del mercato che nulla dovrebbero avere a che fare con la gestione di una risorsa pubblica e di un bene comune come l’acqua. E invece Emiliano si ricorda dell’Acquedotto Pugliese e dei suoi problemi e ritardi solo quando si tratta di decidere nomine e spartire poltrone nel CdA (come quella di Nicola Canonico) senza affrontare seriamente il tema della gestione pubblica del Servizio Idrico Integrato. Senza dire nulla, ad esempio, sulla necessità di maggiori, più severi e più frequenti controlli sulla qualità delle acque nell’invaso del Pertusillo per scongiurare il rischio contaminazioni. Occhi puntati da ora in poi e senza più tentennamenti, come chiedono i consiglieri e gruppi di maggioranza e opposizione a via Capruzzi, sulla trasformazione dell’Ente Acquedotto Pugliese in Azienda Pubblica Speciale, probabilmente lo strumento migliore per garantire il diritto universale all’acqua, lasciando la natura pubblica della gestione.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Settembre 2017

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