Teppisti, balordi, giovinastri…
Il teppismo è fatto di gesti piccoli e odiosi. Gli inermi e le cose senza difesa sono le vittime preferite dei futuri ominicchi. Ad esempio : un calciatore di colore da subissare di fischi e cori razzisti, un clochard che dorme su una panchina, oppure autovetture, cabine, edicole, vetrine incustodite… Il teppismo è male contemporaneo, se inteso come ‘lavoro’ di branco (i lazzaroni isolati appartengono alla storia del mondo). E il teppismo è riflesso del disagio da dopoguerra, del disagio da consumismo, del disagio post moderno. Un fenomeno che nelle baby gang e nelle bande etniche trova ragione per rendere più invivibili i grandi centri urbani. Bari non sfugge alla regola. Solo che tutto è in proporzione. Se nelle megalopoli queste accolite di giovani delinquenti si ‘distinguono’ per gesti eclatanti, nelle città minori, del Sud soprattutto, dove la dimensione socio-economica è asfittica e il pensiero non sa disincagliarsi dalle secche di un provincialismo endemico, la stessa azione acquista contorni puerili, reca la firma del vigliacchetto più che del vigliacco. Adesso entrano nei portoni e sfasciano le cassette postali, oppure con l’accendino squagliano le pulsantiere del citofono, dell’ascensore. Sulla spiaggia infilano verticalmente nella sabbia mozziconi di sigaretta accesi ; ancora nella sabbia sotterrano cocci di bottiglia. Soprattutto per strada i teppisti si scatenano. Che gioia spaventare gli anziani frenando a ridosso delle strisce (le ‘ragazzate’ sono altra cosa), quale libidine negare la precedenza agli incroci sfidando gli ‘aventi diritto’ con temerarietà criminosa. E l’adrenalina nel viaggiare in controsenso impennando con lo scooter? Non dimentichiamoci del piacere di centrare dall’alto e con un uovo un ciclista in movimento (curioso, la stessa bravata non è considerata uno spasso con auto e motori, ma con i ciclisti… sarà che nel capoluogo la bicicletta è la Cenerentola del trasporto?). Per strada, passando fra due auto in sosta affiancata, i teppisti raschiano fiancate con una chiave, schiacciano nella toppa della serratura la gomma da masticare, oppure con un pugno tirato dall’alto verso il basso staccano un retrovisore dall’alloggiamento. I più marci arrivano a ruotare di 90° un semaforo, un cartello di stop, un obbligo di precedenza. Tornando a quote lillipuziane, c’è chi sputa sulle pulsantiere dei bancomat, chi fa cadere rotoli di carta igienica nei water dei locali pubblici, chi nella calca dei concerti si diverte ad innescare l’effetto tsunami (una piccola spinta impressa ai margini dell’assembramento, al suo opposto si traduce in un rovinoso spintone che schiaccia contro le transenne i fans di prima fila). Teppisti e teppistelli. In una parola, balordi. Anche Bari è buona fattrice di questa squallida etnia.
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Pubblicato il 27 Maggio 2011