Cronaca

Terminate le ferie, gli ospedali baresi sono ancora al collasso

La cronica carenza di personale, lo ‘stress’ cui sono sottoposti gli operatori sanitari per l’effettuazione di doppi e tripli turni, specie durante il periodo ferragostano che si sta concludendo proprio in questi giorni, e dunque la rinuncia al riposo settimanale e alle ferie stanno portando i presidi ospedalieri baresi ‘San Paolo’ e ‘Di Venere’ di Carbonara al collasso: è la denuncia del sindacato autonomo Unione dell’Impiego Pubblico e Privato (Usppi) sulla delicata situazione di due dei più importanti ospedali baresi. “Mancano infermieri, operatori socio sanitari, ausiliari, ostetriche e tecnici. Nella quasi totalità delle Unità operative si registra una carenza di organico che sfocia in disfunzioni organizzative che si ripercuotono sulla qualità dei servizi e dell’assistenza erogata”, spiega il segretario regionale Nicola Brescia. Il sindacato autonomo barese, come detto, nei giorni scorsi ha lanciato l’allarme sull’ospedale del “San Paolo” e del “Di Venere”: “Giornalmente vengono rinviati diversi interventi – continua Brescia – perché le sale operatorie, per carenza di personale, lavorano a metà della propria potenzialità. Gli infermieri in molti reparti sono costretti a effettuare turni di dodici ore continuative e a rinunciare al riposo settimanale, a effettuare mansioni inferiori adibendosi al trasporto dei degenti nelle varie diagnostiche per l’insufficienza numerica di personale ausiliario, cosa questa che genera notevoli carenze assistenziali in quanto il personale presente in turno è quello strettamente necessario a garantire le emergenze. Quindi se una unità infermieristica è costretta a lasciare il reparto, chi resta non è in grado di garantire un servizio adeguato in caso di emergenza”. Inutile aggiungere che queste condizioni raggiungono livelli non più sostenibili. A causa della perdurante carenza del personale, di volta in volta, una delle infermiere di turno è costretta ad assentarsi dal reparto per recarsi in sala parto al fine di integrare la predetta carenza, lasciando pertanto la collega sola a gestire l’unità operativa. Brescia ha infine sottolineato che “spesso entrambe le infermiere devono assentarsi dal reparto per condurre le pazienti con il lettino in sala parto lasciando, di fatto, senza controllo le camere di degenza. E’ evidente come tali circostanze creino notevoli disagi alla corretta gestione del reparto e che tale situazione potrebbe sfociare in condizioni di pericolo per le degenti. Meno male che c’è il senso di responsabilità del personale”. Senso di responsabilità che come ogni anno ha evitato fatti di malasanità eclatanti, ma molto spesso solo grazie al caso, oltre che all’abnegazione del personale medico, paramedico e ausiliario dei due ospedali di cui sopra, ma anche di tutti gli altri sparsi nella nostra Regione. Fino a quando ci si dovrà affidare alla dea bendata in un campo delicato come la tutela della salute, in Puglia e dintorni?

 

Antonio De Luigi 


Pubblicato il 3 Settembre 2013

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