Cultura e Spettacoli

The Dark Side of the City, la pittura liquida di Mariarosaria Stigliano

“Ci sono alcuni che sentono la pioggia; altri riescono solo a bagnarsi” cantava Roger Miller, ed è proprio il caso di Mariarosaria Stigliano, l’artista tarantina che ha la pioggia dentro. Con le sue opere ammantate di una malinconia post moderna sembra aver coniato una nuova forma di impressionismo cittadino sfumato e sfuggente, che quasi sempre è filtrato da prospettive appunto ‘ piovigginanti’. Una sorta di pittura ‘liquida’, come direbbe il filosofo Bauman, con cui la pittrice rappresenta alcune sensazioni emotive che caratterizzano il nostro percepire i paesaggi nel nostro mondo moderno. Le sue opere sono attualmente in mostra presso la BAART gallery, nel cuore di Bari, in una personale dal nome “The Dark Side of the City”. Un iter variegato e particolare quello della Stigliano, tra viaggi all’estero e formazione accademica, fino a stabilirsi a Roma, dove insegna pittura. La sua arte sembra essere intrisa di suggestioni cromatiche e sensoriali differenti, quasi uno stato di attenta veglia, tra sogno, riflessione e realtà.

Come vivi questo ritorno in Puglia dopo il covid? 

“Questa mia personale in Puglia dopo tante mostre fatte A Roma e all’estero è una specie di nuovo inizio nella mia terra, e non so dove mi porterà, ma sono positiva, penso che qualcosa stia cambiando, anche perché ho notato nel periodo del lockdown un’attenzione maggiore e rinnovata nei confronti dell’arte.”

Quali sono le caratteristiche di questa tua vibrante poetica? 

“Sono sempre stata affascinata dalle città, ne ho dipinte tante in cui sono stata realmente e altre immaginarie, volevo cogliere in momento, quell’attimo di frenesia che si perde nello spazio e nel tempo. Utilizzo oli, pigmenti e smalti su tela, preparando i miei supporti con materiali che rappresentano a volte la mia storia, come per esempio pagine di testi di legge, che risalgono ai tempi dell’università.

Da cosa è nato questo tuo interesse per le piazze, le giostre e gli interni?

“Dal fatto di passare molto tempo per strada: mi soffermavo a guardare i passanti e la velocità del tutto intorno a me, vorrei che lo spettatore riuscisse ad identificarsi nelle mie opere trovando un senso che gli appartiene, questo è il motivo per cui lascio sempre sfumato il passante in maniera che non sia del tutto identificabile, in questo periodo del lockdown ho spesso dipinto le giostre perché avevano un senso positivo di ripresa per me, di una gioiosa rimessa in moto. Anche le tonalità del blu e del celeste acceso vanno in accordo con questo sentimento. Vorrei dire ai giovani artisti di oggi di non mollare mai, bisogna credere sempre nei propri sogni.”

Come mai questo amore per le atmosfere piovose?

“Una volta mi è stato detto da un’artista giapponese, durante un evento in Germania, che avevo la pioggia nel cuore…  in realtà per me questa forma liquida è una maniera di entrare in un’altra dimensione, di creare un’atmosfera particolare che possa suscitare vibrazioni intime e riflessioni personali.” Concetti profondi condivisi anche da Angelo Zaccaria, titolare dello spazio BAART:

“I propositi della nostra galleria sono quelli di promuovere artisti contemporanei che abbiano un potenziale, ma anche artisti storicizzati, specialmente in un periodo di ripresa come questo. Il mercato ha subito una battuta d’ arresto durante il covid, ma credo fortemente nella necessità di rilanciare alcuni valori importanti legati all’arte. Bisogna credere nei giovani talenti e nella positività del loro messaggio.”

Rossella Cea


Pubblicato il 23 Novembre 2021

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