Ticchetta l’ordigno ad orologeria
Nel’92 Carnine Amoroso firma la sceneggiatura di ‘Parenti serpenti’, un film diretto da Mario Monicelli. In un secondo momento lo stesso autore ricava da quella sceneggiatura un testo teatrale che Luciano Melchionna mette in scena adattandolo alle caratteristiche di Lello Arena. Il risultato è che, anche trasposto in palcoscenico, ‘Parenti serpenti’ si riconferma un ordigno ad orologeria. Folla delle grandi occasioni al Nuovo Abeliano per questa produzione Ente Teatro Cronaca – Vesuvio Teatro che non ha deluso le attese; lo spettacolo rientrava nella rassegna Actor, nell’ambito della stagione Teatri di Bari. Intorno ad un Arena prevedibilmente bravo si muove un cast di prim’ordine che la mano di Melchionna fa muovere con ordine meticoloso. Non proprio una passeggiata dal momento che ben otto interpreti sono chiamati a muoversi all’interno e nelle immediate vicinanze di una scena a forma circolare e a contenuto diametro. Notevole il lavoro di Roberto Crea, che miniaturizza un ambiente domestico (non mancano nemmeno un piano superiore e la scala necessaria a raggiungerlo) facendolo assomigliare ad una Polly Pocket, la celebre casa delle bambole grande quanto un portacipria che la Bluebird Toys brevettò nel 1989. L’audace soluzione dà vita a un clima claustrofobico, che alla lunga si rivela l’humus ideale perché il peggio di questa famigliaccia squarci sudari ipocriti e venga allo scoperto. La ‘soluzione finale’, allora, cui figli ingrati, egoisti e cinici fanno ricorso a danno di genitori inermi non meraviglia nessuno, E neanche indigna. Perché gli spunti (tragi)comici sono così numerosi – particolarmente spassoso il momento in cui la scena tracima in platea – che il pubblico sembra perdonare con l’ultimo sorriso la trovata (una stufa a gas difettosa) con la quale i tre fratelli mettono le mani su un piccolo patrimonio e soprattutto scansano l’incubo di accudire una coppia di anziani. Si diceva prima di ordigno ad orologeria. Malgrado la festosità delle prime battute (il ritrovarsi della famiglia per la Vigilia di Natale), lo sviluppo della storia e del montante emotivo appare scandito da un crescente ticchettio. Nulla nei fatti sembra annunciare il disegno criminoso, eppure quell’immaginario ticchettare in salire non dà pace, infonde disagio, inquieta : La tragedia è nell’aria. Nell’espressione di questo sentire Melchionna si rivela non meno abile di Amoroso. Hanno collaborato a vario titolo Milla, Stag, Salvatore Palladino e Sara Esposito. Nell’insieme un ben riuscito allestimento che ha incontrato il massimo favore del pubblico. – Prossimo appuntamento stagionale, venerdì 22 febbraio ancora al Nuovo Abeliano con ‘In nome del padre’, di e con Mario Perrotta ; produzione Teatro Stabile di Bolzano.
Italo Interesse
Pubblicato il 20 Febbraio 2019