Cronaca

Tiro al piccione, i nostalgici baresi non muoiono

Nel 1990, per poco il referendum per l’abolizione della caccia non raggiunse il quorum a livello nazionale. Pochi anni prima gli animalisti avevano creato le basi per quel grande (mancato) successo mettendo a segno un altro grosso colpo : la messa fuori legge del tiro al piccione. Pratica ‘sportiva’ crudelissima, quest’ultima consisteva nel centrare con un fucile caricato a pallini poveri colombi liberati a sorpresa da gabbie poste a terra. Vinceva chi ne sfracellava di più (immagini il lettore l’aspetto del terreno di gioco a fine gara : una poltiglia di penne e carne).  Adesso il tiro al piccione è stato sostituito da quello finalmente incruento ‘all’elica’ ; in sostanza, con le stesse modalità, si tira a un elica in plastica che, lanciata da un apposito strumento, si avvita in aria riproducendo lo stesso movimento di un volatile. Un gesto di civiltà che risale al 1968 e che viene dal Belgio. Il tiro al piccione si è praticato a Bari sino alla metà degli anni settanta presso lo Stabilimento Balneare Militare ‘Tiro a Volo’, posto tra lo sbocco di Lama Balice e Palese. Esiste ancora chi rimpiange quei giorni segnati dall’odore acre della polvere da sparo, dal botto dei fucili, seguito dal suono soffice dei pallini che grandinavano al suolo. Il tutto in mezzo a grida di giubilo o imprecazioni. E sì perché il ‘rischio’ di sprecare il colpo era alto. Oltre a non sapere quale delle cinque gabbie distanziate si sarebbe spalancata per liberare il colombo di turno, il tiratore ‘sfortunato’ poteva incappare in volatili che, come si diceva in gergo, “marcavano cassetta”, cioè non si alzavano da terra o al più dopo essersi librati di un metro dopo un breve svolazzo tornavano a terra ; e in basso, ad altezza d’uomo, anche per ragioni di sicurezza, non era consentito tirare. Oppure poteva succedere che il ‘piccionaio’ di turno, invece di comuni animali d’allevamento, come i fagiani delle riserve o le quaglie dei quagliodromi, utilizzasse palomas zuritos, una specie di piccione che scattava dalla cassetta con velocità fulminea e con varianti di volo talmente imprevedibili da rendere impossibile qualunque automatismo di tiro. Alle gare che si tenevano alla spiaggia del Tiro A Volo era ammesso il pubblico, che si raccoglieva su una tribunetta. Un pubblico estremamente ‘sportivo’. Quando, centrato, l’animale si sfracellava in basso (e, attenzione, perché il tiro fosse valido, i ‘frammenti’ più grossi doveva ricadere all’interno di un’area circoscritta ; i giudici di gara erano preposti alla greve valutazione), l’applauso era immancabile. Ma se un piccione la faceva franca e s’involava verso la libertà? Allora ad applaudire, a gridare di gioia erano i bambini presenti. E il giocatore penalizzato masticava amaro due volte. Che vuoi prendere a fucilate dei bambini? Eh, i bambini, che ne sanno loro dello sport.

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 30 Agosto 2013

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