Cultura e Spettacoli

Tombe di guerra in fondo al Canale

Il Canale d’Otranto non è amato dai marinai. Da sempre questo braccio di mare ha sulla coscienza numerosi affondamenti. Diverse le ragioni : il concentrarsi di un gran traffico commerciale in un imbuto di sole 45 miglia nautiche, le nebbie e le tempeste improvvise, le correnti insidiose. Ma ci sono state anche le guerre. E’ dai giorni della grande Ellade che nel Canale d’Otranto ci si scontra sanguinosamente. L’ultima battaglia navale risale 14-15 maggio 1917, quando una formazione navale austroungarica provò a forzare il blocco del Canale, realizzato dalle forze della Triplice Intesa disponendo una flotta di navi da pesca a strascico armate con cannoni ed equipaggiate con ‘reti rivelatrici d’acciaio’ destinate a intrappolare i sommergibili o perlomeno ad avvisare della loro presenza i vascelli di superficie ; il blocco era rinforzato da campi minati e dalla presenza di cacciatorpediniere e aerei. L’attacco fu condotto da tre incrociatori austro-ungarici. A parte tre unità, come il peschereccio Gowan Lee, che oppose una tenace resistenza con l’unico, piccolo cannone di cui disponeva e che rimase a galla benché pesantemente danneggiato – il suo comandante Joseph Watt venne successivamente decorato con la Victoria Cross – gli altri pescherecci si diedero alla fuga (quattordici di questi andarono a fondo). Giunta notizia dell’attacco nemico, salpò da Brindisi una squadra navale composta da unità italiane, francesi e britanniche. Le due flotte ingaggiarono battaglia in punti diversi del Canale. Il successo non arrise alle forze dell’Intesa. Sfortunatissima fu la sorte del cacciatorpediniere Borea. Verso le 3,30 del secondo giorno di battaglia l’unità italiana avvistava due navi. Ridottesi le distanze a 1000 metri il Borea, ancora incerto sull’identità delle due navi, effettuò i segnali di riconoscimento. Per tutta risposta una delle due navi, che si rivelò poi essere il cacciatorpediniere Csepel (l’altra era il Balaton) cominciò a sparare. Il Borea a quel punto cominciò a manovrare per attaccare col siluro. La manovra fu fatale. Un ben centrato tiro dello Csepel centrò il Borea facendo scoppiare una condotta del vapore. Immobilizzato, il Borea offrì il fianco ad altri due proiettili che lo colpirono in corrispondenza della linea di galleggiamento e cominciò a sbandare. Dopo avergli assestato un altro colpo a prua, lo Csepel abbandonò l’avversario agonizzante. Non pervenendo soccorsi per tempo, l’equipaggio del Borea, tra cui dodici feriti, dovette abbandonare la nave, che andò a fondo alle 5,20. Nello scontro persero la vita undici uomini. Ora il Borea giace in un punto imprecisato del Canale d’Otranto a una presumibile profondità di mille metri. Giace insieme a qualche altro migliaio di navi sfortunate, tra cui molte tombe di guerra senza nome.

Italo Interesse


Pubblicato il 23 Febbraio 2013

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