Cultura e Spettacoli

Toni-De Palo, piccola strage di Stato?

Il 2 settembre di 34 anni fa a Beirut due giornalisti italiani, Italo Toni e Graziella De Palo, uscirono dal loro albergo (il Triumph) per salire a bordo di un’auto condotta da uomini con cui avevano appuntamento. Nessuno li ha più visti. Ancora oggi sono due desaparecidos. Si suppone fossero partiti da Roma per indagare sui gruppi  palestinesi in contatto con i trafficanti di armi e droga e col terrorismo internazionale. Avevano avuto un’imbeccata? C’è chi sostiene invece che Toni e De Palo, scambiati per spie al soldo degli Israeliani, furono tirati in trappola da Al-Fatah. Una volta realizzato che i due ‘temerari’ avevano nulla a che vedere col Mossad, i rapitori ripiegarono sul sequestro a scopo d’estorsione politica. Ma poi qualcosa si mise di traverso, sicché, divenuti figure non ‘fruttifere’, oltre che testimoni scomodi, Italo e Graziella chiusero l’esistenza in una fossa rimasta segreta e con una pallottola nella nuca. Il numero delle ipotesi che si possono formulare in proposito è alto. Una cosa è certa : Chi sa, continua a tenere la bocca chiusa, tanto in Medioriente che in Italia. E sembra che i bene informati siano più numerosi a Roma che a Beirut. Per ragioni inesplicabili, ma non escludiamo la pura coincidenza, Italo Toni e Graziella De Palo si trovarono coinvolti in un gioco ben più grande di quello a cui si erano preparati. Fagocitati dal meccanismo finirono con l’essere usati nel nome della ragion di Stato. Gli è che da molto prima che i due colleghi partissero per Beirut, l’Italia era in cerca di un accordo con Al-Fatah per scongiurare attentati sul territorio nazionale (il 27 giugno dello stesso anno c’era stata la tragedia di Ustica e trentasei giorni quella della stazione di Bologna…). Nei due sfortunati giornalisti il nostro Governo individuò la merce di scambio più a buon mercato.  Così a Palazzo Chigi scelsero di non muovere un dito in favore di Italo Toni e Graziella De Palo per far sì che la scomparsa degli stessi tornasse utile ad Al-Fatah, a sua volta in cerca di un deterrente contro ogni ‘ficcanaso’ che venisse dal Belpaese. Un’altra ipotesi, naturalmente. Le stragi di Stato hanno qualcosa in comune col problema dell’esistenza di Dio o degli extraterrestri : non si prestano ad essere dimostrate. Lo si è capito dalla strage di piazza Fontana del 1969, per quanto i ‘malpensanti’ più oltranzisti facciano retrodatare l’inizio della strategia della tensione addirittura al 1° maggio 1947, giorno in cui a Portella della Ginestra gli uomini di Salvatore Giuliano mitragliarono una folla di inermi e pacifici contadini che manifestavano a favore dell’occupazione delle terre incolte e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo alle elezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana. Undici innocenti persero la vita. Altri ventisette rimasero gravemente feriti.

Italo Interesse


Pubblicato il 2 Settembre 2014

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio