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Toponomastica: i “misteri” di via Giuseppe Frisario a Palese. E non solo quelli…

Un nostro servizio sulla Toponomastica di Palese, pubblicato sull’edizione del 4 Ottobre scorso, ha messo in luce la sciatteria, nell’intitolazione di alcune aree pubbliche locali, dell’Amministrazione comunale barese che talvolta, pur di accontentare probabilmente a fini clientelari i proponenti l’intitolazione, ha elevato al rango di “vie” cittadine luoghi che non sono tali, perché prive delle benché minime caratteristiche per essere identificate come strade. E, al riguardo, un caso emblematico nella ex frazione a nord del capoluogo è sicuramente quello dell’intitolazione ai “Donatori di sangue” di un “budello” esistente tra il giardino in cui è eretto il monumento ai Caduti di tutte le guerre ed il complesso scolastico “Duca D’Aosta”, entrambi  situati a pochi metri di distanza dalla locale stazione ferroviaria di Rfi. Nello stesso servizio è stato portato alla luce un altro caso a dir poco paradossale, quello relativo alla locale “via Giuseppe Frisario”, segnalato da un cittadino di Palese – ma anch’esso emblematico del modo di procedere negli ultimi anni in materia di Toponomastica nelle ex frazioni della periferia nord di Bari, da parte delle Amministrazioni succedutesi nell’ultimo decennio alla guida di Palazzo di Città. Infatti, in merito a quest’ultima intestazione ci era stato fatto presente che la delibera di Giunta comunale del 26 Novembre del 2013, avente ad oggetto l’intitolazione di una strada locale ad un delegato sindaco (socialista) di Palese della fine degli anni Sessanta del secolo scorso, scomparso nel 2001, tal Giuseppe Frisario, prevedeva che il vico VI di via Duca D’Aosta prendesse tale denominazione. Scelta, quella di quel toponimo, effettuata implicitamente sulla base di una iniziale e lunga residenza in prossimità di detto luogo da parte del beneficiato all’intitolazione. Sta di fatto, però, che al momento dell’apposizione della targa “qualcuno” arbitrariamente ha deciso in modo diverso rispetto a quanto stabilito e riportato nel dispositivo della delibera. Infatti, la targa toponomastica con l’intestazione allo storico e noto delegato sindaco di Palese della fine degli anni Sessanta stranamente è comparsa nella parte terminale della zona 167 di Palese, ai confini con Santo Spirito, in un’area di nuova espansione edilizia, tuttora non completamente urbanizzata. Insomma, in un punto completamente diverso ed agli antipodi dell’area pubblica prevista nella relativa citata delibera comunale. E la stranezza e l’irregolarità circa la citata “via Frisario” sembrava fermarsi qui. In realtà non è così. Infatti, oltre alla plateale irregolarità di esecuzione (che non è certo da poco!) rispetto a quanto previsto dal corrispondente atto amministrativo che ha dato seguito all’onorificenza, c’è dell’altro. E l’ulteriore novità, se così la si vuol definire, è che la strada illegittimamente individuata, circa cinque anni or sono, a ridosso della zona 167 di Palese per l’intitolazione a Frisario a tutt’oggi non risulta acquisita al patrimonio comunale. Dunque, è in tutta evidenza ancora una strada privata. Tali stranezze, che ai comuni cittadini non competenti in materia amministrativa potrebbero apparire di poco conto, in realtà non lo sono affatto. “Anzi – ha esclamato un cultore della materia – sono di una gravità inaudita dal punto di vista tecnico amministrativo!” Poiché la vicenda è paragonabile – secondo l’esperto – a ciò che in ambito anagrafico potrebbe avvenire denunciando la nascita di un individuo con un determinato cognome e nome, ma successivamente alla richiesta di un qualsiasi documento riferito a costui si scoprisse che uno dei dati identificativi del soggetto riportati nell’atto richiesto non corrispondesse effettivamente a quelli a suo tempo realmente denunciati. Infatti, ha precisato lo stesso esperto, in teoria il caso preso ad esempio ha alla base la plateale violazione di un “atto” amministrativo. Ma di stranezze nella Toponomastica barese in salsa palesina ce ne sono anche delle altre. Ed una delle tante è quella di attribuire “titoli” postumi ad intestatari che né in vita, né tantomeno da defunti ne hanno mai ufficialmente, con i dovuti atti, mai posseduti. Ed un caso evidente a Palese – come ci ricorda qualche cittadino di buona memoria – riguarda la targa identificativa della locale via intitolata al defunto vigile urbano Francesco Bisceglie, pomposamente  indicato in essa con l’appellativo di “palesino benemerito”, benché nella relativa delibera comunale di intitolazione risalente al 2011 non via sia traccia di alcun tipo di benemerenze o riconoscimenti ufficiali al beneficiato intestatario stradale. Quindi, le Amministrazione baresi dell’ultimo decennio, almeno a Palese, per la Toponomastica (e forse non solo per questa!) hanno rasentato il ridicolo. Infatti, financo per atti “nobili e generosi”, quali possono essere quelli delle denominazioni di aree pubbliche, si è talvolta sconfinati o nella grottesca farsa o, addirittura, in involontarie e possibili ingiurie. E ciò perché, evidentemente, da alcuni anni a questa parte al Comune di Bari “tutto” è forse possibile. Anche a volte patetiche “commedie”e ridicole “messe in scena”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Novembre 2019

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