Cronaca

Tormenti… da cani

 

E’ sufficiente cliccare su ‘sevizie cani’ per allibire. Alla stessa ‘voce’ le immagini messe in Rete si sprecano, mentre su you tube circolano non pochi video-shock.  Non bastasse la piaga della vivisezione, dei furti a scopo d’estorsione e dei combattimenti clandestini, ha dell’incredibile quante persone quotidianamente infliggono a queste povere bestie tormenti gratuiti. Come succede nel caso della pedofilia, dello stupro, dell’usura o di altre odiose fattispecie criminali, sono gli insospettabili i peggiori aguzzini. Il che fa presumere l’inespresso numero di cui sopra ben più alto di quanto sia possibile ricavare mettendo assieme denunce, condanne e segnalazioni. Sulle ragioni che sono alla base di questo sempre più diffuso (mal)costume ci sarebbe di che scomodare sociologi e strizzacervelli ; limitiamoci a far rientrare il fenomeno nella generale follia che sta flagellando il pianeta a tutti i livelli sociali e ad ogni latitudine. L’ultimo caso di violenza a danno di cani ha avuto luogo in Puglia, terra purtroppo non nuova a queste barbarie (qualche mese fa ci siamo occupati di cani deliberatamente trascinati sull’asfalto da un’auto in corsa…). Un sessantenne di Leporano ha dato alle fiamme, cospargendoli di liquido infiammabile, quattro cuccioli che volontari avevano temporaneamente sistemato in un casolare abbandonato di proprietà dell’uomo. La morte delle bestiole costerà al mostro un anno di reclusione. Non si scherza con l’art 544-ter del Codice Penale. Se in passato, cioè sino al 2044, era possibile cavarsela a buon mercato, ovvero con un’ammenda da 1032 a 9649 euro, adesso lo stesso reato prevede un’ammenda che parte da 3000 euro e arriva sino a 15000, ammenda che in presenza di circostanze aggravanti può essere sostituita dalla reclusione da tre a dodici mesi. Il giudice di Taranto deve avere ravvisato nel comportamento di quell’uomo di Leporano quella “crudeltà senza necessità” espressamente richiamata dall’articolo in questione. Articolo che mira a tutelare la sensibilità dell’uomo verso l’animale, piuttosto che, come prima avveniva, il comune sentimento di pietà umana. E l’urgenza di questa sensibilità è ravvisabile anche in quella norma del nuovo codice della strada che allarga il concetto di omissione di soccorso anche al caso di tutti gli animali abbandonati sull’asfalto dopo un investimento. Una disposizione non facile da attuare e che molti giudicano esagerata, facendola rientrare nell’emergente e anomalo culto della bestia ‘responsabile’ di esagerazioni come i cimiteri, gli annunci funebri, le pensioni e i saloni di bellezza per animali.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Settembre 2014

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