Cronaca

Torna ad aleggiare il rischio licenziamento nel gruppo CBH

In ordine all’altra, gravissima vertenza riguardante il gruppo che riprende fiato con l’emergenza riguardante le vecchie , il segretario generale dell’Unione Sindacati dell’Impiego Pubblico e Privato (Usppi) Nicola Brescia, ha invitato il governatore pugliese Nichi Vendola e il neo assessore regionale Elena Gentile, ad intervenire “….con fermezza al fine di scongiurare un simile dramma sociale (rischierebbero il licenziamento circa mille lavoratori)  che andrebbe ad aggiungersi a quelli già in corso. La Regione aveva individuato nella Mater Dei il primo ospedale privato barese dotato di un pronto soccorso autonomo, cosa quest’ultima che agevolerebbe il ripescaggio di medici ed infermieri ma anche personale amministrativo, e maestranze varie”. Ma andiamo subito ai fatti tinti a colori foschi attorno al gruppo-colosso sanitario Cbh. La revoca alla procedura di licenziamento dei trecentotrentotto lavoratori del Gruppo Sanitario CBH di Bari (avviata ad agosto e congelata fino a fine gennaio) è arrivata sul filo di lana, esito positivo per il sospirato accordo con la Regione Puglia, accordo definito dalle organizzazioni  sindacali. Un accordo in realtà ancora fermo ai grandi principi. Comunque non è poco, almeno per i sindacati autonomi. Per i quali, a conti fatti, si può parlare di intesa perché nella letteratura sindacale si contano sul palmo di una mano vertenze tanto complesse risolte così velocemente e, almeno nelle premesse, , spiega ancora il responsabile Usppi Brescia. “La vertenza CBH – ha rimarcato ancora Nicola Brescia – che abbiamo fortemente contestato nei numeri dell’ esubero proposti dall’azienda, è risultata particolarmente delicata e difficile da gestire perché calata in un momento difficile per la sanità del nostro paese e della Puglia, sottoposta a piano di rientro”. Ora non possiamo che indire lo stato di agitazione  e chiedere un tavolo tecnico in sede regionale, onde evitare l’inasprimento della vertenza che potrebbe avere risvolti drammatici. Dunque, sulla vertenza in atto da anni monta sempre piu’ la rabbia di medici e personale paramedico della sanita’ privata, a rischio licenziamento. Assai duro, difatti, anche un altro comunicato emesso dalla Cgil, che puntava il dito senza tanti complimenti contro il tavolo di confronto per risolvere la vertenza, dal quale sono state escluse le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, salvo la Cimop. “Il tavolo, cosi’ come costituito, con la esclusione di Cgil, Cisl e Uil, sindacati maggiormente rappresentativi in campo nazionale, regionale e provinciale e’ illegittimo”, si legge nell’ultimo comunicato della Fp-Cgil. Che ha escluso, durante il confronto con l’azienda, qualsiasi ipotesi di riduzione del personale medico e non, escludendo anche qualsiasi forma di “esternalizzazione” di attivita’ medica e sanitaria. Cosa fortemente voluta da CBH e da Aiop, che metterebbe fortemente a rischio altre centinaia di posti di lavoro in un settore gia’ in crisi da anni. Insomma, anche all’interno delle sigle sindacali c’e’ maretta nella vertenza CBH, tenendo conto che al tavolo della trattative sono seduti anche i rappresentanti della Regione Puglia, Ente dove fra poco più d’un anno si vota. Il dubbio, in altre parole, e’ che qualcuno stia preparando brutti “inciuci” sulla pelle dei lavoratori, visto che alla richiesta unanime di revocare le procedure dei licenziamenti, non c’è ancora niente di chiaro all’orizzonte. In ballo il rilancio della Cbh, rivisitando l’organizzazione del lavoro nelle cliniche private baresi, eliminando quelle sacche di sprechi e privilegi ancora presenti. A preoccupare soprattutto la mancanza di chiarezza sui bilanci del gruppo, contestata più volte in passato dalla Cgil, in prima linea allo scopo di coinvolgesse tutti gli enti pubblici e locali per cercare soluzioni condivise. Scopo ultimo, insomma, cercare di depotenziare gli effetti della crisi in atto, mentre l’azienda che otto anni ha rilevato le ex cliniche Ccr si incontra con altri sindacati meno rappresentativi, all’ombra dell’Ares regionale, discutendo dei destini di quelli che non rappresentano, magari escogitando il solito contratto di solidarieta’, che non cambierebbe nulla nella sostanza del destino dei trecento e passa dipendenti baresi sull’orlo del licenziamento.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 23 Aprile 2013

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