Tornare al progetto per il nuovo carcere: che ne dice il neo ministro?
Inutile girarci attorno: la questione del sovraffollamento nelle carceri a Bari è uno dei più gravi e urgenti problemi, sia in ordine ai posti letto e sia alla diffusa violazione di diritti e dignità delle persone detenute e degli stessi agenti penitenziari che ci lavorano ogni santo giorno. Ne è arciconvinto Giuseppe Calabrese, già assessore comunale al Comune di Bari, attuale segretario regionale del Partito Repubblicano Italiano, che in una lunga missiva indirizzata al Ministro di Grazia e Giustizia parte proprio dalla struttura carceraria di Corso Alcide De Gasperi che ospita circa 430 detenuti contro i 280 previsti in base alla capienza della struttura “…con i reclusi ammassati nei Reparti detentivi e con limitatissimi spazi destinati alla socialità”, mette nero su bianco Calabrese. E così, stante l’endemica e ormai insopportabile situazione del sovraffollamento delle strutture carcerarie nei dieci Istituti di Pena della Puglia, affollamento che l’anno scorso ha sfiorato il 150% (detenuti prevista di 2284 – detenuti presenti 3342) mentre l’organico di Polizia Penitenziaria è all’86% (poliziotti previsti 2248 – presenti 2118), Ministro della Giustizia e Parlamento continuano a sembrare le tre scimmiette:”non vedono, non sentono e non parlano”, per il Segretario Generale del Sindacato di Polizia penitenziaria SSP in occasione di una sua visita a Bari (30 ottobre 2017) per effettuare lo sciopero della fame al fine di spiegare il perché il carcere è lo specchio fedele della emergenza sicurezza. Un’emergenza che, secondo Calabrese, coinvolge tutti gli italiani in quanto nel nostro Paese, per responsabilità della Politica. non c’è più alcuna distinzione tra vittima e carnefice. Proprio così. Invero, se nel carcere non c’è sicurezza con il personale quotidianamente a rischio di aggressioni, minacce e continuamente offeso con la cosiddetta “”legge dei detenuti”” che, come sanno bene gli addetti ai lavori, risulta essere più forte della legalità. Al punto che oggi evadere, come dimostrano i numerosi episodi recentemente accaduti, sembra un gioco da ragazzi, figurarsi pretendere sicurezza nelle Città e nelle case dei cittadini. Figurarsi ancora affrontare i problemi veri, trascurando la proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa – oltre duemila firme – affossata da anni in Parlamento, ha già spiegato il Segretario generale del Sindacato di Polizia, con i cittadini costretti a usare le armi con i ladri nella propria abitazione, donne che subiscono violenza, pensionati scippati all’uscita dell’Ufficio Postale o dalle Banche con l’aggravante che la Politica non è capace di mettere freno alla dilagante criminalità. Una situazione insostenibile mentre sulla costruzione del nuovo carcere che dovrebbe sorgere, su suolo demaniale, in zona Carbonara di Bari prevale ancora l’incertezza. <<Va, inoltre ricordato –scrive Calabrese al Ministro Bonafede – che nell’anno 2010, l’allora il Sindaco Michele Emiliano rendeva noto la disponibilità di 40 milioni di Euro per la costruzione del penitenziario che non ebbe luogo per il diniego espresso dall’allora Governatore della Regione Nichi Ventola. Il quale bloccò l’iniziativa della costruzione determinando così la restituzione di fondi (40 milioni di Euro) ed a seguito di tale decisione i fondi venivano assegnati all’Amministrazione Comunale di Pordenone>>. Stando così le cose, le criticità sono ulteriormente accresciute e dunque, si rende necessario dar corso alla prevista costruzione della nuova sede carceraria in zona Torre Tresca -agro di Carbonara-Bari, sentite anche le preoccupazioni del Santo Padre che all’Angelus di Domenica 6 Novembre 2016. ha lanciato un esplicito appello alle Autorità Civili di ogni Paese del mondo a favore dei detenuti a compiere un atto di clemenza “amnistia” verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare del provvedimento. Ora il segretario repubblicano, attese le aspettative della cittadinanza barese sulla questione ampiamente sollevata anche per iscritto, aspetta che il neo-Ministro della Giustizia faccia conoscere le procedure intraprese, o da avviare, per la realizzazione del nuovo istituto di pena nel capoluogo pugliese, in zona Torre Tresca.
Francesco De Martino
Pubblicato il 26 Giugno 2018