Cronaca

Torre a Mare: addio al caro, vecchio porticciolo

Correva il mese di maggio 2013 quando veniva finalmente pubblicato il bando per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di dragaggio del porto di Torre a Mare, dopo anni e anni di proteste, petizioni e attese di pescatori e residenti dell’ex frazione barese. Gli interventi previsti finalizzati – come facevano sapere nei pomposi comunicati dal Comune di Bari – alla rimozione dei sedimenti presenti nell’area portuale che hanno provocato l’interrimento del fondale, con il ripristino della quota di pescaggio per il transito delle imbarcazioni. Il progetto elaborato sulla base delle prescrizioni formulate in sede di verifica di assoggettabilità a V.I.A., prevede, dunque, la bonifica preliminare alle operazioni di dragaggio mediante l’asportazione dei corpi presenti, l’attività di dragaggio attraverso la completa rimozione dei sedimenti marini presenti lungo le banchine del molo di sottoflutto e delle aree pedonali/pavimentate (per lo specchio d’acqua portuale sarà effettuato il dragaggio dei sedimenti fino al raggiungimento delle quote di pescaggio), la caratterizzazione dei sedimenti da dragare sui quali saranno effettuati analisi e test, lo stoccaggio dei sedimenti dragati, ma anche il trattamento dei sedimenti dragati mediante idro-ciclonaggio. L’importo degli interventi, finanziati interamente dalla Regione Puglia, ammonta a un milione e 695mila euro circa. “Molto presto – spiegava l’assessore comunale ai Lavori Pubblici Marco Lacarra ora in aula regionale – potremo dare il via ai lavori che consentiranno di adeguare finalmente il porto alle esigenze dei pescatori, degli operatori e dei cittadini di Torre a Mare. È stata una procedura molto complessa, che ha richiesto peraltro una serie di controlli, ma finalmente siamo andati in gara. Ci rendiamo conto che questa attesa ha creato più di un disagio, e per questo motivo mi sembra doveroso ringraziare i residenti per la pazienza che hanno avuto in tutti questi anni”. Ora, inutile dirlo, al porticciolo di Torre a Mare regna l’abbandono più totale attorno ad un cantiere sul quale pare incomba una vera maledizione: era dal lontanissimo 1957, anno in cui terminò la costruzione del porto, che nessun intervento di manutenzione è stato mai realizzato, sicchè oggi più sono ben visibili gli effetti del tempo e soprattutto l’opera demolitrice del mare. Prove evidenti del degrado i blocchi di pietra che rivestono il muro di protezione che separa il porticciolo dal mare aperto, oramai pericolanti e le barriera frangiflutti, diventate inconsistenti. Tra l’altro il braccio del porto dove non attraccano le imbarcazioni ha praticamente perso la viabilità pedonale ha causa dello spostamento del muro di protezione formato da blocchi di cemento. A rischio di incolumità sono innanzitutto i pescatori e gli operatori marittimi del posto. Inoltre, in alcuni punti del porto gli stessi pescatori per necessità hanno dovuto innalzare barriere di sacchi di sabbia per difendersi dal mare e dai detriti. E così, mentre nella città capoluogo sui giornali si straparla di progetti miliardari per il lungomare verso Fesca e San Girolamo, è ancora in agonia il porticciolo di Torre a Mare, quello che dovrebbe dare lustro turistico alla Città, specie d’estate. E nessuno, naturalmente, parla più da tempo delle operazioni di dragaggio e di manutenzione per ridare impulso alle attività marittime nell’ex frazione barese, anche se a due passi ci abita proprio il sindaco Antonio Decaro. Ma questa è un’altra storia. Forse…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Luglio 2016

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