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Torre Quetta:ecco tutti i dubbi sulla gestione della vera spiaggia di ‘Serie A’

E’ scaduto ieri a mezzogiorno in punto il bando per l’affidamento di alcune aree della spiaggia di Torre Quetta e ieri mattina stessa è stato ascoltato in commissione comunale ‘Trasparenza’ il Direttore competente, l’ex comandante della Polizia Municipale Stefano  Donati. Ebbene, parte della commissione ha lamentato ancora una volta i tempi davvero stretti della pubblicazione e termini annessi d’un bando in verità assai complesso, quasi che non si parlasse d’un affidamento per tre anni di quello che è risultato essere il luogo più attrattivo dell’estate 2017, in Città. Irma Melini è stata la consigliera che in Commissione ha espresso i dubbi più pesanti sul bando e futuro appalto. <<In primis ho contestato, così come feci già un paio di anni fa, la scelta del Comune di Bari di concedere la vasta area a parcheggio con un ticket d’ingresso a 3 euro. Trovo paradossale che il sindaco Decaro continui ad annunciare l’idea dell’unificazione, in un’unica spiaggia pubblica, di Pane e Pomodoro con Torre Quetta, ma poi permetta di imporre ai baresi un ingresso a 3 euro su quest’ultima mentre a Pane e Pomodoro si paga 1 euro. A questa mia contestazione – ha continuato la Melini – la Ripartizione ha risposto con uno studio di due anni fa, che giustificava con i 3 euro il rischio di impresa nel gestire la spiaggia. Un rischio che, dopo l’ultima sperimentazione, avrebbe dovuto vedere un nuovo studio, da parte dello stesso Comune, calibrato proprio sulle nuove potenzialità della spiaggia. È evidente infatti che il subappalto dei gazebo a noti ristoratori, quindi l’attrazione per gran parte della movida cittadina, ha fatto di questa concessione una “gallina dalle uova d’oro”. Insomma, permettere l’ingresso per le auto a ben 3 euro è decisamente poco vantaggioso per i cittadini e utenti baresi. Se a questo aggiungiamo che il canone annuo a base d’asta è veramente basso (poco più di 11 mila euro) è chiaro ed evidente che è un bando che non tutela a pieno l’interesse generale. <<Per di più abbiamo appreso, sempre in commissione –ha notato ancora la consigliera del Gruppo Misto – che il canone lo incassa lo Stato, in quanto area demaniale, motivo per cui questa Amministrazione ha inteso porre un canone a base d’asta molto conveniente e che, per spiegarmi meglio, il gestore recupera con una sola settimana di parcheggio 3 euro. Da qui sorgono due problemi non da poco: quando si provvederà alla sdemanializzazione delle aree di interesse cittadino, come appunto le spiagge e la costa, così da incassare i canoni per cui affidiamo noi la gestione? Eppoi, com’è possibile che il Comune metta a bando aree senza applicare il regolamento comunale sull’occupazione di suolo pubblico? Ergo, lo dicono i tecnici, le aree demaniali diventano di fatto una zona franca>>. Conclusione? <<Vediamo chi vincerà e chi controllerà se la gestione corrisponde veramente a questo capitolato vantaggioso, ma soprattutto vediamo se fra i concorrenti qualcuno ha previsto un servizio di video sorveglianza e controlli sul posto per evitare – come è stato denunciato – spaccio e microcriminalità>>. E questo per adesso è tutto sulla ingarbugliata gara e bando annesso per gestire la spiaggia veramente dorata della Città. Altro che Pane e Pomodoro, lido di poveracci, migranti e badanti dell’Est…

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 14 Novembre 2017

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