Totò Lopez: “Mi aspetto una reazione di orgoglio e attributi”
Abbiamo intervistato il numero dieci per eccellenza, regista pazzesco, piedi sopraffini e capitano in pectore e fuori dal campo, il ‘baffetto’ Totò Lopez, per svariati anni opinionista illustre su un’emittente pugliese ma anche in trasmissioni romane, oltre ad aver rivestito ruoli dirigenziali nella Lazio di Lotito ma anche a Terni, dove addirittura come hanno ricordato dei colleghi di Terni, in occasione di Bisceglie-Ternana, qualche giornata fa, ha ricoperto il ruolo di direttore generale e sportivo. Insomma, un Totò Lopez a tutto tondo che ha vestito oltre al Bari, le maglie del Pescara, della Lazio, del Palermo (prima di fare ritorno in biancorosso), il nuovo ritorno a Bari da capitano ed infine, a Taranto ha archiviato la carriera da calciatore. Essendo anche un doppio ex di Bari Palermo, abbiamo analizzato il momento del biancorossi in vista della gara di domenica.
Il Bari prima di Avellino sembrava fosse uscito dalla convalescenza, invece è ricascato nell’oblio perdendo uno scontro diretto per il secondo posto.
‘Tutti speravamo in un risultato diverso invece è arrivata l’ennesima sconfitta che ha scoperto ulteriormente le lacune e fragilità della squadra. Una squadra, consentitemi, costruita male ed in ritardo quest’estate. Va aggiunto che il precedente tecnico non è stato messo nelle migliori condizioni per le sue idee di gioco, figuriamoci Carrera, arrivato a mercato finito a gennaio, senza rinforzi neanche dagli svincolati con una rosa ridotta all’osso e senza un direttore sportivo ed un ‘fiato’ che lo potesse consigliare. Ci si aspettava ad Avellino una prestazione d’orgoglio specie nell’indossare quella maglia che una volta indossata dovrebbe ‘bruciare’ sulla pelle e dovrebbero avvertirne il perso, ma è arrivata una sconfitta che ci ha fatto salutare definitivamente il secondo posto’.
Sui social è aumentato lo sconforto e molti hanno messo in discussione l’operato del tecnico. Il tuo parere in merito.
‘Sto nel calcio da una vita ed ho sempre e solo fatto quello ed anche dopo che ho appeso le scarpe al chiodo perché ho rivestito ruoli dirigenziali, ma sono sempre stato del parere che un tecnico può incidere massimo ad un 20% forse nel migliore dei casi al 30%, ma stiamo parlando ai massimi livelli. L’esperienza però mi ha insegnato che se i giocatori vogliono ed apprendono ciò che devono fare, si può andare anche oltre i propri limiti. A Bari ho avuto Bolchi, un tecnico preparatissimo come pochi, ma una volta che ci dettava la formazione, noi davamo la vita e ci saremmo buttati nel fuoco camminando sui carboni ardenti. In campo eravamo 11 gladiatori più quelli in panchina. Questo Bari manca di cattiveria e personalità anche nei giocatori più esperti, e di questo non si può accusare mister Carrera, il quale è sceso di categoria pur di venire nella Bari che gli aveva dato tanto da calciatore. Sono piuttosto stufo di sentire sempre le stesse dichiarazioni dai calciatori, e poi cambiare tono dopo le sconfitte, devono darsi una ‘svegliata’. Confido però in Carrera che saprà scegliere i soldati giusti di qui alla fine, anche a costo di sacrificare chi ha finito la benzina o non vuole più essere della battaglia, perché di qui alla fine sarà così. Servono i cosiddetti ‘attributi’ e mi aspetto molto di più da uno come Mirco Antenucci’.
La sconfitta con l’Avellino ha evidenziato anche i soliti errori in fase di marcatura su palle inattive. Il tuo giudizio
‘A Terni era successo qualcosa di simile ed in altri casi si è finiti per commettere falli da rigore, qualche volta ci è andata bene come a Catania, in altre ancora abbiamo pagato dazio. Io posso solo affermare che ai miei tempi sui calci d’angolo, ognuno aveva il suo e non lo si faceva respirare, adesso il calcio moderno è cambiato. Sicuramente il tecnico avrà parlato alla squadra ed analizzato gli errori, ma ripeto questa squadra manca di concentrazione e lo stesso Di Cesare, da capitano, deve uscire dal campo senza voce come accadeva al sottoscritto, basta chiedere a Giovanni Loseto e soci che cosa facevo in campo e quanto gridavo. Anche in allenamento ero sempre davanti anche ai più giovani per dare l’esempio e non per mettermi in mostra. A Carrera, sarebbe servito come al pane quotidiano uno come Giovanni Loseto, perché conosce la piazza come pochi ed avrebbe potuto dedicarsi nello specifico a determinati lavori specifici sulla difesa, oltre a dare un incoraggiamento in più. Senza aver scelto subito un direttore sportivo, l’inserimento della figura di un Club manager o altro collaboratore tecnico sarebbe stata calzante’.
Domenica arriva il Palermo, altra realtà che conosci bene, ti aspetti un Bari votato all’attacco?
‘Ovviamente tiferò Bari tutta la vita. Siamo in qualche modo obbligati a vincere, in un trittico di gare non semplici. Il Palermo viene da una stagione molto al di sotto delle aspettative, ma i biancorossi devono riscattarsi e mai come in questo caso servirà essere convincenti e coesi. Soltanto se resteranno uniti potranno disputare dei playoff all’altezza. Serve vincerle tutte e sperare in un passo falso del Catanzaro, il terzo posto deve essere la priorità’.
Un telegramma sul tuo Palermo e sulla crisi di risultati di questa stagione
‘Chi si aspettava un Palermo da prime posizioni sarà rimasto deluso, ma io che conosco quella realtà, ero quasi certo che avrebbero riscontrato delle difficoltà. La società non le stesse possibilità della famiglia De Laurentiis, ma hanno scoperto valori importanti con il giovane Lucca, il quale se non dovesse giocare perché sta infortunato sarebbe una grana in meno per la difesa biancorossa. Ma sicuramente non verranno al San Nicola a fare da spettatori. Quanto al mio passato, lì vinsi il premio della serie B del ‘Guerin Sportivo’ giocando con gente molto forte come Gianni De Rosa, Gasperini, un leader già da allora, Giampaolo Montesano, De Stefanis ed in quel caso ho ancora il rimpianto di non aver conquistato una promozione che avremmo meritato, senza dimenticare mister Renna, un altro grande allenatore. Consentitemi però di ringraziare il mio ex compagno Claudio De Tommasi, perché mi è stato riferito che ha elogiato le mie capacità da capitano a Bari’.
L’augurio per il tuo Bari
‘Vi svelo un ricordo: all’epoca con i miei compagni di squadra ogni martedì andavamo a mangiare a Mario dei ‘Due Ghiottoni’ sia scapoli che ammogliati, c’era grande coesione e ci si aiutava uno con l’altro ed anche chi era più timido, quando si scendeva in campo, dava l’anima e faceva la differenza compreso chi stava in panchina. Ecco, proprio questo è il consiglio ed augurio, che battagli per il Bari chi se la sente, gli altri si facessero da parte. Bari merita rispetto e meno chiacchiere’.
Marco Iusco
Pubblicato il 14 Aprile 2021