Cultura e Spettacoli

Tra andare e stare, tra rischi e non

E’ sufficiente scorrere i titoli delle numerose incisioni discografiche di Giuseppe Delre per convincersi della versatilità di questo giovane talento di casa nostra. Dopo essersi occupato anche di musica lirica e operistica (il Nostro può vantare una rigorosa formazione classica presso i Conservatori di Monopoli e Bari), Delre  si è lasciato catturare dal jazz e dalle seduzioni di quella musica ‘leggera’ di modello ultra atlantico che richiede grandi organici orchestrali. Significativo di questa svolta è il recentissimo ‘Gateway to life’, edito da Abeat Records. Tredici brani per sessanta minuti di musica dove nulla è lasciato al caso. Delre, che scrive, arrangia e canta, si circonda del meglio dei musicisti pugliesi in circolazione (Gaetano Partipilo, Mirko Signorile, Nando di Modugno, Cesare Pastanella…). Anche la cura con cui è stato confezionato il book d’accompagnamento al disco – eccellente il lavoro di Marina Barbensi e Valerio Napoletano – conferma le grandi speranze riposte in ‘Gateway to life’, opera che non casualmente gode dell’attenzione di Puglia Sounds, Unione Europea, Regione Puglia, Teatro Pubblico Pugliese e Fondazione Andidero (incisione avvenuta a settembre presso Sorriso Studios Sound di Bari, ingegnere del suono : Tommy Cavalieri, arrangiamenti per archi : Gianluigi Giannatempo). Con ‘Gateway to life’ Giuseppe Delre diviene oggetto di contesa tra sentimenti contrastanti. A tirare da un lato sono le lusinghe dell’andare e dello scoprire, anche rischiando. Dal lato opposto fa forza la seduzione del restare nella tranquillità del nido. Non opponendo resistenza, l’Autore pendola concedendosi con sottile piacere ora all’uno, ora all’altro contendente. La simpatica dicotomia è ravvisabile nella distribuzione, alternata, dei brani. Per cui, se brani come ‘Rebirth to life’, ‘In the middle’ e ‘Live your time’ esprimono una leggerezza fresca, ottimista, dinamica ed estroversa, magari anche a scapito del calore, altre composizioni (‘The moment’, ‘Se’, ‘A life Together’) richiamano invece un senso d’intimità, quieto e gustosamente retrò. Anche in ‘Una vecchia storia’, unico brano cantato in italiano, il passo musicale, tardo e soft, fa pensare ad abat-jour, a guancia a guancia da dancing anni cinquanta. Delre inserisce anche due celebri cover, ‘Yesterday’ e ‘E se domani’, quest’ultimo brano in doppia versione. Raffinata ma un po’ fredda la rivisitazione dell’hit di Lennon/McCartney ; molto ritmato e ricco di personalità il rifacimento del brano portato al successo da Mina nel ’64. In tutti i casi, egemone è un jazz limpido e sicuro. Imponente, infine, la mole di ringraziamenti che Delre sente di esprimere, espressione di ricchezza umana che ci pare il caso di segnalare.

Italo Interesse


Pubblicato il 5 Dicembre 2012

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