Tra due mesi il Consiglio di Stato decide sul ricorso di Desiree Digeronimo
Sarà il Consiglio di Stato, tra poco più di due mesi, a decidere sul ricorso presentato in secondo (e ultimo) grado da Desirée Digeronimo che ha chiesto di tornare a pieno titolo ad occupare il banco di Consigliere Comunale a Bari, dopo che il Tribunale amministrativo della Puglia ha accolto il ricorso presentato dal candidato Gianlucio Smaldone del Movimento Schittulli. “Sono stata in consiglio comunale al servizio e nell’interesse dei cittadini baresi” ha dichiarato Digeronimo a fine novembre scorso, dopo aver letto il dispositivo del Tar Puglia che l’aveva estromessa dall’Aula “Dalfino”. Aggiungendo: “Non sono una professionista della politica, ma una custode della legge e dei diritti”. E come non bastasse: “Proporremo appello alla decisione del Tar, ma continueremo a difendere gli interessi dei cittadini in sede comunale e regionale”, rendendo noto “coram populo” che non appoggerà mai “la vecchia politica che oggi si candida a governare questa regione e meno che mai quella travestita da società civile, incarnando esclusivamente interessi personali e clientelari!”. E concludendo la sua trafila di dichiarazioni ad affetto, la scafata magistrata barese prestata alla politica, ha promesso: “Noi ci siamo e continueremo ad esserci”. Già, ma con chi? Un passo indietro, dunque, per cercare di capire meglio. L’ex piemme di via Nazariantz, da luglio 2013 in servizio alla Procura di Roma e candidata a sindaco di Bari alle scorse amministrative con un gruppo di quattro liste, aveva ottenuto un seggio in consiglio comunale secondo la ripartizione, effettuata dall’Ufficio centrale elettorale, dei posti in quota alle forze di opposizione al Comune. Ma tutto ciò non è bastato. In sostanza Michele Laforgia, difensore di Smaldone, il consigliere che ha preso il posto della battagliera magistrata, in sede di ricorso al Tar ha riproposto le stesse eccezioni sollevate a suo tempo innanzi alla Commissione elettorale. Ma se la vicenda politico-amministrativa non è affatto conclusa e Pierluigi Balducci, legale della piemme, nel corso dell’ultima udienza – pur rinunciando alla richiesta di sospensiva della sentenza di primo grado – ha chiesto e ottenuto dai giudici di Palazzo di Spada l’anticipazione dell’udienza di merito da aprile a fine marzo, continuano a girare vorticosamente le ipotesi su patti e alleanze della Digeronimo. C’è chi dice, infatti, che il futuro della battagliera Digeronimo (ha denunciato e mandato sotto processo a Lecce anche alcuni suoi ex colleghi per i rapporti troppo ravvicinati con il governatore pugliese Vendola) fondamentalmente legata al centrodestra, potrebbe tingersi di ben altri colori, alle prossime elezioni regionali. Ma bando alle elucubrazioni: se per saperne di più sulla questione giudiziaria bisognerà per forza aspettare l’udienza del prossimo 30 marzo davanti al Consiglio di Stato, molto più breve l’attesa per capire meglio, appunto, la sua posizione politica, visto che l’ex piemme ha annunciato che chiarirà qualcosa molto prima.
Francesco De Martino
Pubblicato il 28 Gennaio 2015