Tra gli ultimi atti del premier Conte, un decreto da 69,2 mln di Euro per l’olivicoltura
Tra gli ultimi atti del Governo uscente, prima dello scioglimento della riserva da parte del premier incaricato, Mario Draghi, e l’insediamento dei nuovi ministri, vi è il decreto a firma del presidente dimissionario nonché ministro ad interim delle Politiche Agricole e Forestali, Giuseppe Conte, con cui si dai il via libera ai “programmi di sostegno al settore dell’olio di oliva e delle olive da tavola”per il periodo transitorio, in vista della nuova Pac (Programmazione agricola comunitario). Ad annunciarlo è stato il sottosegretario pugliese uscente al Mipaaf, Giuseppe L’Abbate del M5S, che ha sottolineato che i programmi di sostegno partiranno il prossimo 1° aprile e si concluderanno entro il 31 dicembre 2022. Programmi che potranno contare su una dotazione complessiva pari a 69,2 milioni di Euro di cui 34,59 milioni sono un contributo comunitario. Il via libera governativo al “pacchetto” di sostegno all’olivicoltura nazionale giunge dopo un’intesa nell’ultima seduta della Conferenza Stato-Regioni, dove a rappresentare il Governo c’era proprio il Sottosegretario pugliese, L’Abbate. “Ringrazio il ministro ad interim Conte” perché “con la firma del decreto poniamo le basi per l’avvio della nuova programmazione di sostegno al comparto olivicolo-oleario per il prossimo biennio che ci traghetterà nella nuova Pac”– hadichiarato L’Abbate, che ha partecipato quindi per il Mipaaf alla Conferenza Stato-Regionied a tale dichiarazione ha aggiunto:“Un uso sapiente delle risorse da parte delle Organizzazioni dei Produttori e delle loro associazioni nazionali potrà permettere al comparto di innovarsi in maniera adeguata per le nuove sfide che lo attendono, oltre il difficile periodo delle chiusure all’Ho.re.ca legate alla pandemia Covid-19 che hanno inevitabilmente avuto ricadute negative sulle vendite”. Del citato plafond di circa 70 milioni di Euro almeno il 20% potrà essere utilizzato per interventi sul miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura, almeno il 30% destinato al miglioramento della qualità della produzione e almeno il 15% per interventi sul sistema della tracciabilità, della certificazione e della tutela della qualità dell’olio di oliva e delle olive da tavola, in particolare il controllo degli olii venduti ai consumatori finali. Dove per interventi sul miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura si intendono le operazioni di mantenimento degli oliveti ad alto valore ambientale e paesaggistico e a rischio abbandono, ubicati per lo più in aree dalla situazione orografica difficile, l’elaborazione di buone pratiche agricole per l’olivicoltura basate sui criteri ambientali adattati alle condizioni locali nonché loro diffusione e monitoraggio, la dimostrazione pratica di tecniche alternative all’impiego di prodotti chimici per la lotta alla mosca dell’olivo e di tecniche olivicole finalizzate alla protezione dell’ambiente e al mantenimento del paesaggio, quali la coltivazione biologica, la coltivazione a bassi consumi intermedi, la protezione del suolo, limitando l’erosione o la coltivazione integrata, nonché le iniziative per la protezione delle varietà rustiche e delle varietà a rischio estinzione. Mentre gli interventi per il miglioramento qualitativo delle produzioni sono quelli finalizzati ad aumentare la competitività del comparto olivicolo attraverso la modernizzazione, che sono quelli tesi all’innovazione dei sistemi di irrigazione e delle tecniche colturali con introduzione di sistemi digitalizzati, la sostituzione degli olivi poco produttivi con nuovi olivi, la formazione dei produttori sulle nuove tecniche colturali e le iniziative di formazione e comunicazione. Sulla qualità della produzione saranno ammessi a sostegno anche gli interventi che mireranno al miglioramento delle condizioni di coltivazione, raccolta e magazzinaggio delle olive prima della trasformazione e connessa assistenza tecnica, al miglioramento varietale degli oliveti e alla valorizzazione dei residui della produzione, all’assistenza tecnica all’industria di trasformazione oleicola, alla costituzione e miglioramento dei laboratori di analisi delle caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche degli olii di oliva vergini, nonché quelli finalizzati alla formazione di panel di assaggiatori per l’analisi sensoriale. Infine, saranno finanziati interventi per la progettazione e la realizzazione di sistemi di tracciabilità di filiera certificati, la realizzazione e la applicazione pratica di sistemi di certificazione volontaria della qualità basati su un sistema di analisi del rischio e di punti critici di controllo nonché la progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di controllo del rispetto delle norme di autenticità, qualità e commercializzazione dell’olio di oliva e delle olive da mensa immessi sul mercato. Misure, queste, che interessano il comparto olivicolo ed oliario su scala nazionale, ma che in realtà, se adottate in maniera capillare, la somma stanziata di 69,2 milioni di Euro potrebbe risultare del tutto insufficiente, considerato che già la Puglia, che è la regione più olivetata d’Italia, potrebbe averne bisogno da sola di un importo pari o, addirittura, superiore a quello previsto per l’intero territorio nazionale. A meno che tali “misure” di sostegno non siano il solito contentino di cui potranno beneficiare principalmente le Op (Organizzazioni di produttori) e pochi altri organismi associativi di diretta emanazione delle OO.SS. di categoria. In partica i soliti noti che ruotano intorno a dette organizzazioni. Per la cronaca, ricordiamo che il Governo uscente appena qualche giorno fa ha anche emanato il decreto che stanzia circa otto milioni di Euro per il sostegno straordinario ai fratoiani che, a seguito della gelata del febbraio/marzo 2018 e di altre calamità (Xylella, siccità, ecc.) hanno subito una notevole contrazione nell’attività di trasformazione delle olive nella campagna olearia successiva a tali eventi calamitosi. Una boccata “d’ossigeno”, anche questa, per un comparto che da decenni ormai sopravvive solo grazie agli “spiccioli” che vengono spesso erogati con notevole ritardo rispetto all’effettive esigenze di tale importante settore produttivo. Ora, infatti, la speranza di molti operatori olivicoli ed oleari nazionali, e pugliesi in particolare, è che il nascente governo guidato da “super Mario” sappia fare di più e meglio di quanto non sia avvenuto in precedenza con i governi che si sono avvicendati negli ultimi 30 o 40 anni. Un auspicio, questo, che per il comparto olivicolo ed oleario nazionale forse rasenterebbe il “miracolo”.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 13 Febbraio 2021