Cultura e Spettacoli

“Tra le case degli uomini per il dono dell’Eucarestia”

 

“Tra le case degli uomini per il dono della Eucarestia” (edizioni Pubblicità e Progresso di Modugno) è il titolo di un interessante e completo volume scritto da Luca Anaclerio, presentato recentemente al cinema Splendor di Bari, nell’ambito delle celebrazioni per i cento anni della parrocchia Santissimo Sacramento. Il tomo, corposo e ricco di documentazione, racconta il fondamentale ruolo giocato dalla parrocchia Santissimo Sacramento nel quartiere Carrassi. Il Quotidiano ha intervistato l’autore.

Anaclerio, perchè quel titolo?

“Perchè la parrocchia si è sempre identificata col quartiere e direi anche viceversa. E’ stata ed è al centro tra le case della gente e degli uomini per portare un annuncio cristiano di speranza “.

Il libro è arrivato nel centenario della parrocchia…

“Ho voluto mettere un po’ di ordine nella documentazione disponibile. Il lavoro non è stato semplice perchè la documentazione in gran parte è stata portata via dai parroci precedenti o è andata comunque dispersa. Con pazienza, ho assemblato quanto sono riuscito a trovare, incluso il materiale fotografico”.

La chiesa e la parrocchia del Santissimo Sacramento sono generalmente conosciute come Don Fiore, perchè?

“Perchè don Vincenzo Fiore fu colui che riuscì a portare a compimento l’ edificazione dell’ attuale fabbricato, cosa che i suoi predecessori non realizzarono per varie ragioni. E allora, per questo motivo, la chiesa e la parrocchia sono maggiormente note come don Fiore”.

Che cosa rappresenta la parrocchia per il rione Carrassi?

“Penso che sia giusto definirla un vero punto di riferimento, sia spirituale che sociale. Anzi, oggi, è il solo luogo di aggregazione. Carrassi è un quartiere degradato e trascurato da chi amministra la città, persino la sede della circoscrizione è stata trasferita a Mungivacca e questo rende l’idea più di qualsivoglia considerazione”.

Dopo l’abbattimento del cinema Armenise, a conferma del ruolo di punto di riferimento, è rimasto solo il cinema Splendor, che dipende dalla parrocchia, fucina di ottima sala di autore e garanzia di qualità…

“Certamente è vero. Finito l’Armenise, è rimasto solo lo Splendor come cinema parrocchiale ed è altra conferma di quello che dicevo e del ruolo della parrocchia nel rione”.

E allora, complimenti all’ autore, alla parrocchia sapientemente guidata da don Peppino Sicolo e ovviamente al cinema Splendor.

Bruno Volpe


Pubblicato il 8 Agosto 2019

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