Tra Schubert, Dubugnon e Beethoven il virtuosismo raffinato del duo Kavakos- Pace
Un duo d’eccezione in concerto questa sera al Petruzzelli

Previsto per questa sera alle 20.30 al Teatro Petruzzelli il concerto di un duo d’eccezione composto dagli artisti di fama internazionale Leōnidas Kavakos (violino) ed Enrico Pace (pianoforte), che si esibiranno in un programma articolato, ma di notevole impatto emotivo, in grado di illuminare virtuosisticamente la personalità unica dei due musicisti. In programma di Franz Schubert Fantasia di Do maggiore, D. 934, op. 159, di Richard Dubugnon Trois pièces, Le Minute Exquise, Hypnos, Retour à Montfort Lamaury e di Ludwig van Beethoven la Sonata n. 9 per violino e pianoforte, op. 47. Nell’arco della vasta e complessa produzione schubertiana la Fantasia op. 159, che fu pubblicata postuma nel 1850 venne eseguita dopo la morte dell’autore, in seguito al ritrovamento della partitura da parte di Schumann. La componente virtuosistica dello strumento solista è preponderante in quest’opera, pur non essendo priva della varietà armonica e ritmica caratteristiche di Schubert. Forse proprio per questo fin dalla prima esecuzione viennese in forma privata il lavoro non incontrò il favore della critica, che ne sottolineò prevalentemente la brillantezza episodica. L’opera si apre con la meravigliosa morbidezza lirica del pianoforte, su cui si distingue il fraseggio melodico ed evocativo del violinista. Segue un Allegretto in lá minore di ardite modulazioni violinistiche, che ha il taglio di un rondò dal ritmo vivace di carattere ungherese. La parte centrale della Fantasia è costruita come una successione di eleganti e carezzevoli variazioni in la bemolle sul tema del Lied “Sei mir gegrüsst” (Salute a te), su versi di Friedrich Rückert. Dopo la terza variazione, in cui riecheggia l’influenza paganiniana, ritorna il tema dell’Andante, che sottolinea i contrasti ritmici del Presto finale. Seguirà l’esecuzione dei tre pezzi per violino e pianoforte del compositore contemporaneo svizzero Richard Dubugnon. Il New York Times ha definito la sua musica come” guidata da una giocosa sensibilità moderna”. Per Dubugnon, che ha ricevuto ed eseguito commissioni da orchestre come la New York Philharmonic, la Los Angeles Philharmonic e la BBC Symphony Orchestra, ogni composizione rappresenta un determinato momento della sua vita. Una sorta di variazione sul tema, un personalissimo diario. Per quanto riguarda l’opera 47 di Beethoven, è molto probabile che l’idea sia venuta al musicista dopo aver conosciuto il violinista mulatto George Bridgetower, che aveva studiato composizione con Haydn, e si era trasferito in Inghilterra divenendo violinista del principe di Galles. Giunto a Vienna per varie vicissitudini si era fatto notare per la sua singolare personalità di esecutore. La Sonata fu eseguita da Bridgetower e da Beethoven il 24 maggio 1803. Il violinista durante la prova improvvisò due piccole cadenze virtuosistiche, e Beethoven (pare) lo avesse abbracciato commosso. Ma quando l’op. 47 fu pubblicata, nel 1805, figurò come dedicatario il celebre violinista francese Rodolphe Kreutzer, che però non eseguì mai la difficilissima Sonata. Liszt la eseguì qualche volta in pubblico con vari violinisti, ma la grande popolarità della composizione risale alle esecuzioni di Joseph Joachim con Clara Schumann. In Italia la Sonata fu eseguita da Camillo Sivori. Nel 1889 con la pubblicazione del romanzo di Tolstoj “La sonata a Kreutzer” il pezzo tornò a far parte dell’immaginario collettivo. Quest’opera venne alla luce nel periodo in cui Beethoven cominciava a sperimentare forme che, pur non uscendo dall’impianto tradizionale, dilatavano di molto le dimensioni architettoniche della tradizione. Oltre alle nuove dimensioni, Beethoven usò per la prima volta l’introduzione in movimento lento, già apparsa nelle Sonate per pianoforte e per pianoforte e violoncello, ma non ancora nella Sonata per pianoforte e violino. Sicuramente la performance rappresenterà una prova di grande destrezza e virtuosismo quindi, per il violinista greco, vincitore del Concorso Sibelius nel 1985 e del Premio Paganini nel 1988. Insieme a Enrico Pace, Kavakos ha realizzato anche per Decca la registrazione integrale delle Sonate beethoveniane per violino e pianoforte, ricevendo diversi riconoscimenti.
Rossella Cea
Pubblicato il 6 Maggio 2025