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Tra topi, sporcizia e degrado: viaggio tra ville storiche e immobili pericolanti

Non c’è solo la ex fabbrica della morte all’incrocio tra i quartieri Japigia, Madonnella e San Pasquale, meglio nota come Fibronit, annoso problema di questa città, che amministri la destra o la sinistra. nell’elenco di supermercati, immobili e scuole abbandonate, nel capoluogo, ci sono anche caserme come la Rossani (dovrebbe presto diventare un parco pubblico e con l’ultima amministrazione guidata da Antonio Decaro i lavori prenderanno il via entro fine anno), l’area ex Scianatico, il gasometro del quartiere Libertà, l’ostello della gioventù di Palese, ma anche l’ex supermercato ‘Gs’ sul lungomare di Cagno Abbrescia, di proprietà privata, ma che l’ente comunale sarebbe tenuto a intervenire in caso di pericoli imminenti, addossando poi le spese di riparazione ai legittimi proprietari inadempienti. Ma la mappa degli immobili a rischio o pericolanti a Bari è veramente molto lunga, senza contare gli spazi occupati abusivamente, come la vecchia succursale del liceo “Socrate” a via Fanelli, rione Carrassi. O il vecchio ‘Ferrhotel’ praticamente regalato a una quarantina di somali che lo occupano dall’autunno del 2009, nonostante l’ente comunale l’abbia acquistato dalle Ferrovie non molti anni fa. Ma c’è anche la ex scuola elementare annessa alla parrocchia di San Marcello, abbandonata anch’essa da oltre vent’anni è ancora circondata da un rigoglioso giardino che, però, nessuno si è preoccupato di tagliare. “Ci sono topi dappertutto e il tetto è in amianto” ripetono i residenti delle palazzine popolari lì vicino, ben sapendo che nessuno interverrà a ripulire come accade per la cosiddetta ‘Casa Rossa’ meglio nota come proprietà Giustiniani, non molto lontano. Intanto i ragazzi del quartiere giocano a pallone in un campetto di cemento a pochi metri di distanza. Eggià, la ‘Casa Rossa’ resta un rudere, noostante la promessa di comprarla: da anni l’oggetto dei desideri di chi vorrebbe finalmente vederla risorta, dopo l’acquisto dell’immobile da parte del Comune. Un acquisto importante nel patrimonio immobiliare cittadino, rimasto sulla carta dopo gli annunci di acquisizione di sindaci e assessori, risalenti all’amministrazione Emiliano. Il Comune, dunque, non mantiene la promessa di restituire ai cittadini baresi Villa Giustiniani, tenendo bene a mente che esattamente quattro anni fa (16 settembre del 2011…) venne firmato l’accordo per la cessione al Comune di Bari di Villa Giustiniani e dell’annesso terreno, senza fissare la data del preliminare di vendita. A denunciare il ”gravissimo e ingiustificato ritardo”, dunque, le famiglie Giustiniani e Di Cagno, proprietarie dell’area di via Omodeo. Famiglie che, pur di raggiungere un’intesa che chiudesse finalmente una vicenda pluridecennale, consegnando giardino e Villa ai baresi, ”accettarono un prezzo di vendita piu’ basso della stessa stima effettuata tempo prima dai tecnici del Comune. Un senso di responsabilita’ sino ad oggi mal riposto”. Ma andiamo avanti nel nostro viaggio; in centro la situazione dei ruderi baresi non cambia, con l’ex istituto nautico si trova in via Abate Gimma, per anni sballottato tra Comune e Provincia che rivendicavano la proprietà dell’istituto, ai tempi di Leonida Laforgia sindaco di Bari. Appunto, altri tempi, quando la scuola che forgiava ufficiali e uomini di bordo sulle navi, funzionava a pieno ritmo e il suo portone luccicava nel cuore del rione Libertà. Anni d’incuria, poi, hanno lasciato segni evidenti quando la scuola s’è trasferita, lasciando che addirittura sulla sua facciata cresca l’erba. Una finestra, ogni tanto, rimane aperta e i colombi imperversano nelle stanze vuote, terra di conquista per tossici e balordi della zona, innescando altre proteste inutili dei comitati e gruppi di quartiere. E mentre l’edificio si va deteriorando velocemente, non c’è traccia di recupero nemmeno nell’ultimo Piano Triennale dei Lavori Pubblici approvato dalla nuova amministrazione comunale, dopo che per dieci anni la precedente se n’è praticamente scordata. Non c’è anima viva, e da tempo hanno ammainato persino il Tricolore…

Francesco De Martino


Pubblicato il 16 Settembre 2015

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