Cultura e Spettacoli

Tracce umane del paleolitico

Uno dei più ricchi siti archeologici pugliesi ha un nome curioso : Pirro Nord. L’insolita denominazione nasce dal fatto che nei dintorni di Apricena era attiva una cava di pietra affidata in gestione alla famiglia Pirro. La gestione, protrattasi per generazioni, ha finito col ‘segnare’ il territorio. Il toponimo Pirro è rimasto anche dopo il passaggio del giacimento nelle mani della famiglia Dell’Erba. Anni e anni di lavoro nell’enorme cavità hanno svelato nell’area nord della stessa (vedi immagine) la presenza di un reticolo di fessure carsiche ricche di fossili di vertebrati vissuti circa un milione e mezzo di anni fa. Quando in quell’area l’attività estrattiva s’interruppe per esaurimento del giacimento giunse, i minatori abbandonarono il sito, sostituiti da geologi e archeologi coordinati dall’Università di Ferrara. Nel corso di ripetute campagne di scavo questi tecnici hanno riportato alla luce avanzi di bisonti, caprioli, cavalli, mammut, rinoceronti, tigri dai denti a sciabola, più di venti specie di anfibi e rettili e quarantasette specie di uccelli. E non solo. In mezzo ai fossili sono stati ritrovati avanzi di manufatti litici (ciottoli di selce scheggiati in modo da ottenere margini taglienti e utilizzati per attività domestiche come il depezzamento delle carcasse animali e la lavorazione del legno). Il sito di Pirro Nord rappresenta una delle più antiche testimonianze della presenza dell’uomo in Europa. Le caratteristiche dei reperti, poi, mettono in discussione la teoria che l’uomo sia giunto in Europa dall’Africa lungo l’esile lingua di terra che una volta collegava i due continenti dove oggi si apre lo stretto di Gibilterra (gli uomini del paleolitico non conoscevano la navigazione, si spostavano a piedi o, se avevano addomesticato grossi quadrupedi, in groppa a questi). Ma siccome l’aspetto del Mediterraneo di un milione d’anni fa poteva non corrispondere a quello attuale, nulla vieta di pensare che tali migrazioni siano avvenute da Oriente percorrendo terre (poi sommerse dalle acque) che congiungevano Asia e Europa all’altezza dell’Italia meridionale. Perché poi quei primitivi abbiano scelto d’insediarsi proprio nell’area dell’attuale Apricena e non di Foggia, di Termoli o di Manfredonia può spiegarsi solo immaginando il territorio del Gargano ben diverso da oggi. I geologi ritengono che al momento dell’occupazione umana al sito di Pirro Nord corrispondesse uno spazio aperto, tendenzialmente secco ma con presenza di fiumi  stagionali. Il luogo ideale, insomma, per popolazioni nomadi e sempre in cerca di luoghi dove ci fossero acqua, materie prime e animali da cacciare.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 10 Febbraio 2018

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