Imporre un trasferimento a ben centocinquanta chilometri di distanza dal proprio domicilio a lavoratori che percepiscono uno stipendio che non arriva a mille euro mensili, vuol dire preavviso di licenziamento. Nonostante le proteste che i dipendenti residenti a Bari della “Transcom” hanno messo in atto in questi giorni e, dopo le rassicurazioni circa un incontro con la azienda mediato dal dottor Caroli della <> per le crisi occupazionali della Regione Puglia, la Transcom ha annunciato di non essere più disponibile a trattare sul trasferimento dei lavoratori baresi a Lecce. <>, taglia corto Sabino De Razza, segretario dell’Unione Sindacale di Base (Usb). Il quale ora aspetta che la Regione Puglia non resti inerte e faccia una nota di solidarietà ai lavoratori e di critica alla azienda Transcom. I manager aziendali adesso si aspettano altre iniziative di lotta da parte di lavoratori che, come annuncia De Razza <<…non si arrendono allo strapotere aziendale e insieme alle lotte sono stati già avviati i contenziosi legali>>. Contenziosi riguardanti, dunque, quel settore dei ‘call-center’ che in Puglia e in particolar modo in Provincia di Bari coinvolge migliaia di lavoratori e lavoratrici, generalmente giovani. Riemergono, dunque, i fantasmi di licenziamenti e trasferimenti coatti tra Bari e Lecce nella società ‘Transcom’ di Modugno, dove ci sono lavoratori con paghe che oscillano da pochi euro all’ora a un massimo di 6 euro, ma in ogni caso con una precarietà assoluta lavorativa e contrattuale. Questa vicenda coinvolge, come detto, pochi lavoratori baresi –una ventina in tutto – per cui la società di call-center modugnese, a causa di alcune altre connesse collegate sempre alla telefonia, ha praticamente imposto il trasferimento di diciassette lavoratori giovani e meno giovani residenti tra Bari e provincia dal capoluogo a Lecce, per non perdere il posto di lavoro. <>, ripete amaro Sabino De Razza. Che aveva chiesto alla Regione Puglia, al suo presidente Emiliano, all’assessore al Lavoro Leo a tutti i gruppi politici di intervenire su questi temi, per scongiurare i trasferimenti e avere continuità occupazionale.
Francesco De Martino
Pubblicato il 20 Giugno 2017