Tre mamme in fotofinish
E’ arrivato il momento della generazione dei quarantenni che, avendo rinviato per calcolo o pigrizia l’esperienza della procreazione, vengono presi dall’ansia dell’ultima spiaggia. Ansia che nel caso delle donne può farsi sindrome, con ciò giustificando scelte anche irragionevoli. E’ il caso di Marisa, Carlotta e Angela, le protagoniste di ‘Tres’, un testo di Juan Carlos Rubio dove queste tre donne non più giovani e lontanissime quanto a vissuto e sentire stipulano un patto : avere un figlio dallo stesso uomo. Tradotto da Isabella Diani, adattato da Pino Tierno e diretto da Chiara Noschese (la figlia dell’inarrivabile Alighiero), ‘Tres’ è diventato un allestimento di Tiesseteatro che sabato scorso è stato in cartellone al Traetta. Tutto esaurito al Comunale di Bitonto per questa messinscena dal cast accattivante (Anna Galiena, Marina Massironi, Amanda Sandrelli e Sergio Muniz). Alla chiusura del sipario, pubblico soddisfatto e lungamente plaudente. L’autore iberico lavora con mestiere : disegna tre donne, le accosta, le fonde in un disegno comune, fa del sesso il detonatore di un intrigo, infine lascia che finti colpi di scena preludano alla sorpresa finale. Giocando su molti luoghi comuni da occidente salottiero, Rubio confeziona un meccanismo comico che assicura la costante attenzione della platea. I grandi temi della solitudine al femminile, del sesso mercenario e della fecondazione artificiale vengono qui appena sfiorati a beneficio di una visione delle cose superficiale ed egoista. Ma il pubblico non sembra farci caso, pago di una risata facile (che alla fine dei conti fa quadrare conti e cerchio). Chiara Noschese lavora bene assicurando il giusto ritmo, per quanto l’azione sia un po’ condizionata dall’ingombrante centralità del divano, che nel suo rosso squilla al centro della scena dove il bianco è egemone. Forse poltrone o altre soluzioni avrebbero assicurato un movimento più vario (per esempio si poteva sfruttare la scalinata che occupa mezza scena e che viene utilizzato ben poco). Inesistente il light-design ; che noia questa luce fissa per tutta la durata dello spettacolo, salvo gratuiti effetti strobostropici nel finale. Eccellente invece il livello attorale, almeno delle interpreti, ben assortite e amalgamate. Che brava la Sandrelli ; nel confronto, sua madre (attrice sopravvalutata) ne esce sconfitta. – Prossimo appuntamento al Traetta : sabato 1 febbraio con Claudia Pandolfi e Francesco Montanari impegnati in ‘Parole incatenate’, un thriller di Jordi Galceran diretto da Luciano Melchionna (produzione Ente Teatro Cronaca / Artù).
Italo Interesse
Pubblicato il 23 Gennaio 2014