Cultura e Spettacoli

TRIC, suono di teatro che cresce

Una volta rivali, Nuovo Abeliano e Kismet si avviano a diventare una cosa sola. Con la partecipazione di CO&MA (Società Cooperativa Consulting and Management) sta per prendere vita il Consorzio dei Teatri di Bari. Annunciato martedì scorso nel corso di una conferenza stampa nella Sala Consiliare del Comune, il grande passo si spiega con la necessità di adeguarsi a nuove (e restrittive) disposizioni ministeriali in materia d’arte scenica. Stando alle nuove regole solo alcune tipologie di teatro potranno continuare a godere del sostegno pubblico. Una di queste tipologie è il TRIC (Teatro di Rilevante Interesse Culturale), che per esistere deve rispondere a requisiti minimi in fatto di posti a sedere, lavoratori a libro paga e giornate lavorative. Da soli Nuovo Abeliano e Kismet non ce l’avrebbero fatta, ma mettendo assieme le forze… L’organigramma del nuovo TRIC  vede le figure cardine dell’Abeliano e del Kismet, Vito Signorile e Augusto Masiello, rispettivamente nei ruoli di Direttore Artistico e di Presidente del  prossimo Consorzio. E’ una svolta epocale quella che si annuncia, una svolta che trovando tutti impreparati semina attorno perplessità, scetticismo ma pure tanta, tanta speranza. Questo matrimonio, chiamiamolo così, era un po’ nell’aria. In qualche modo se n’era già parlato tempo fa, quando la restituzione del Margherita ai fasti del teatro sembrava imminente. Se non se ne fece nulla fu perché i tempi non erano maturi. Ma ora tutto cambia. Formalmente il mondo rimane quello che è, nel senso che il Nuovo Abeliano resta in via Padre Kolbe e il Kismet in Strada San Giorgio. La rivoluzione in atto è invece interiore. Ciò che sta per rivoltarsi come un guanto è il modo di pensare il teatro. Un modo che dalla più nobile dimensione artigianale ora si sposta verso un respiro più adulto (industriale, verrebbe da dire). Ed è singolare che tutto ciò accada mentre per il Piccinni si avvicina il giorno della consegna e la città metropolitana emette i primi vagiti. Una grande Bari non può prescindere dal più prepotente rilancio della cultura, della quale il teatro è aspetto fondante. Ciò che il Consorzio dei Teatri di Bari rappresenta non poteva più attendere. Forse ha preso al volo l’ultimo bus. Aspettiamoci potenti ricadute e non limitate ai benefici di cui in questi casi gode la categoria lavorativa precaria per eccellenza (gli attori). Perché in un clima di ritrovato slancio potrebbe diventare più facile tornare sull’idea di restituire al teatro il Margherita e persino il Kursaal… Una città dove i teatri vengano riaperti per essere impiegati con professionalità adeguata ai tempi è città che può ambire al titolo di Capitale europea della cultura.

Italo interesse

 


Pubblicato il 11 Dicembre 2014

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