Cronaca

Troppo dubbi sul trasferimento di Anatomia dal ‘Di Venere’ al ‘San Paolo’

Sulla carta sembra tutto fatto, ma prima di decidere, trattandosi di un ospedale, ci sarà ancora da lavorare. Infatti, con una delibera dello scorso 3 ottobre, divenuta esecutiva, il reparto di Anatomia Patologica del Di Venere è stato trasferito all’ospedale S.Paolo: al Di Venere rimangono un tecnico ed un infermiere, mentre al S.Paolo opereranno gli altri medici e tecnici. I campioni sospetti asportati per biopsia verranno quindi inviati al S.Paolo per venire analizzati, allungando però notevolmente i tempi di diagnosi, che dovrebbero invece essere rapidi per consentire di intervenire subito con terapie adiuvanti (chemio e radioterapia) nonché di consegna dei referti, con gravi conseguenze per i pazienti. Presso il medesimo laboratorio unico afferiranno anche i campioni provenienti da Altamura, Putignano, Terlizzi, Corato e Bitonto. Il trasferimento verrà realizzato nell’arco di un anno. La decisione ha suscitato non poche polemiche, perché lascia intendere che si tratti solamente dell’ultima tappa di un processo di depauperamento dell’intera struttura sanitaria, che un tempo era un centro di eccellenza, mentre adesso è stata ridimensionata pezzo dopo pezzo. Oltre al trasferimento di Anatomia Patologica, infatti, ha subìto la stessa sorte anche il Centro Trasfusionale e prima ancora sono stati chiusi o ridimensionati numerosi altri reparti, come medicina sociale, geriatria, psichiatria, accorpati chirurgia d’urgenza e chirurgia generale, dermatologia, e ridotti i posti letto di ginecologia e neurochirurgia, fisiopatologia respiratoria e pediatria. Si è dichiarata contraria alla decisione della riorganizzazione anche l’Usppi/medici dell’Ospedale Di Venere, ritenendola in assoluto contrasto con il ruolo di ospedale hub assegnato al Di Venere, al pari del San Paolo (l’hub & spoke nei servizi sanitari è un modello organizzativo caratterizzato dalla concentrazione dell’assistenza e elevata complessità in centri di eccellenza – appunto centri hub); inoltre “la decisione di sopprimere l’unità operativa di anatomia patologica al Di Venere comporterebbe, se attuata, un grave danno all’efficienza e alla qualità delle prestazioni dello stesso presidio”, ha dichiarato Nicola Brescia, segretario generale dell’Usppi, in una nota indirizzata al direttore generale della Asl di Bari. Proteste anche da parte del centrodestra, in particolare il Consigliere regionale PdL Ignazio Zullo che ha presentato una interrogazione urgente al presidente della Regione, Nichi Vendola e all’assessore regionale alla sanità, Ettore Attolini in merito al trasferimento delle attività di Anatomia Patologica, e da parte del Partito Repubblicano Italiano, il cui coordinamento di Bari ha seguito le vicissitudini dell’Ospedale Di Venere sia raccogliendo le lamentele  dei cittadini che degli stessi operatori. In una lettera indirizzata al Presidente della Giunta Regionale, all’Assessore alla Salute della Regione Puglia e ai Direttori Generali della ASL di Bari e dell’Ospedale Di Venere, il Coordinatore Cittadino del P.R.I. di Bari Fulvio Italo Maria Fucilli e il Vice Segretario Regionale del P.R.I. Giuseppe Calabrese ricordano le diverse interrogazioni avanzate in passato dai consiglieri regionali e persino l’intervento dell’arcivescovo di Taranto,  per  conoscere il reale motivo che ha portato la ASL BA a deliberare la chiusura dell’Anatomia Patologica del Di Venere e la contestuale apertura di una nuova struttura complessa presso l’ospedale San Paolo. Si fanno presenti anche le denunce degli stessi medici dell’avvenuto spegnimento delle apparecchiature (i cosiddetti “microtomi congelatori”) necessarie per l’analisi estemporanea dei campioni di tessuto prelevati durante le operazioni chirurgiche, anche se il Direttore Generale per bocca del primario dell’Anatomia Patologica ha negato tale spegnimento e ha annunciato anche il potenziamento dell’organico di tale struttura con l’arrivo di ben cinque nuovi biologi. Nella lettera si ricorda la necessità e l’urgenza della cittadinanza barese di avere notizie sul futuro del presidio Di Venere e pertanto nella medesima missiva si pretendono risposte a varie domande: innanzitutto, si chiedono garanzie in merito al mantenimento dell’Anatomia Patologica del Di Venere: “ben venga – si legge – l’affidamento delle attività relative allo screening del carcinoma cervico-vaginale, ma devono essere garantite anche le altre attività “istituzionali” dell’Anatomia Patologica: a tal proposito chiediamo di conoscere se i cinque biologi in arrivo sono a tempo determinato o indeterminato”. Quindi si chiede di conoscere lo stato dei lavori riguardanti i reparti di Dialisi e Nefrologia, quali sono le date previste per il riavvio dei ricoveri e cosa ne è stato del concorso di primario di Neuroradiologia, resosi necessario dopo il licenziamento di Roberto De Blasi, già Direttore dell’allora esistente UOC di Neuroradiologia ed Interventistica. Si attendono risposte urgenti a questi interrogativi e maggiori chiarimenti su quella che si sta rivelando a tutti gli effetti l’ultima puntata di un’ennesima sprecopoli, a danno della salute e del benessere dei cittadini che, come si ricorda in chiusura di lettera, meritano il massimo rispetto da parte di chi occupa posti di governance, ma il modus operandi tenuto finora sembra, invece, non tenerne conto.

Lorena Perchiazzi

 

 


Pubblicato il 8 Novembre 2012

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