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Tutto come previsto: il Governo boccia la legge sulla stabilizzazione dei precari

Stabilizzazioni, stop del governo ai procedimenti attivati perfino per legge regionale, in Puglia. Una sonora bocciatura sulla via delle stabilizzazioni per i dipendenti regionali che, anche per quelli che ormai lavorano con il rinnovo dei contratti da quasi dieci anni nell’ente governato da Nichi Vendola, si sono arenate dinanzi al primo scoglio ministeriale, a Roma. È stato il Consiglio dei ministri che ha stoppato le speranze dei precari regionali pugliesi alla Regione Puglia, deliberando l’impugnativa per la legge numero 47, quella, appunto, approvata nella seduta dell’11 novembre dello scorso anno in mezzo agli applausi dei precari assiepati tra il pubblico, finita in rissa tra consiglieri di maggioranza e opposizione. La legge puntava alla stabilizzazione di ben trecentosettantanove dipendenti regionali con almeno trentasei mesi di lavoro nell’ultimo quinquennio e estendeva i principi di stabilizzazione al numero sterminato di agenzie partecipate di diritto pubblico. Quelle agenzie che, come Arif, Apulia Film Commission, Ex Tecnopolis, Pugliapromozione, Arem e Ares (ma ne dimentichiamo parecchie altre….) hanno riempito i loro ranghi di un elenco infinito di raccomandati allevati nelle cosiddette fabbriche di Nichi, ma anche figli e parenti di sindacalisti e dirigenti regionali pugliesi. Insomma, il Consiglio dei ministri ha bloccato tutto perché, come si legge nella corrispondenza planata nelle stanze del Consiglio Regionale Pugliese e negli uffici dio Presidenza al Lungomare, «alcune disposizioni contrastano con i principi stabiliti dalla legislazione statale». Ma per l’assessore regionale al Lavoro, Leo Caroli, questa decisione che potrebbe rompere parecchio le uova nel paniere dei sogni e promesse pre-elettorali di Vendola, Losappio e compagni, cambia poco o nulla: «Le stabilizzazioni in tutta Italia sono già state bloccate per i prossimi 2 anni dalla legge di Stabilità del Governo – ha spiegato Caroli – proseguiremo rinnovando i contratti a tempo determinato ai dipendenti. Andiamo avanti come ho già detto in passato per la nostra strada e attendiamo il dispositivo della legge per capire quale articolo o comma è stato impugnato. Siamo comunque tranquilli». Tra i primi a reagire nei ranghi dei partiti di Opposizione il consigliere di Forza Italia, Maurizio Friolo.

“Lo stop, fin troppo prevedibile e inequivocabile, imposto dal Consiglio dei Ministri alla Legge farsa che pretendeva di stabilizzare in massa la vasta platea di precari in forza all’amministrazione regionale, con annesso personale delle agenzie e società partecipate, è la conferma, altrettanto prevedibile e inequivocabile, della bontà della battaglia sostenuta da Forza Italia contro un’operazione dal sapore chiaramente strumentale ed elettorale, che non poteva avere alcun supporto nella legislazione statale vigente. Un’operazione condotta non in difesa delle prerogative e delle aspettative di persone e famiglie, ma sapendo di rischiare di alimentare false speranze e illusioni destinate a rivelarsi cocenti delusioni, perché non è possibile, per un’amministrazione pubblica, aggirare ed eludere le leggi vigenti.
La posizione assunta dal nostro partito era quindi dettata da senso di responsabilità, da un atteggiamento corretto da tenere di fronte a un aspetto così delicato dell’esistenza di una persona, dal doveroso rispetto e approfondimento con cui andrebbero affrontate tematiche inerenti il lavoro, e non da pregiudizi o avversioni personali. Non era e non poteva essere quella la strada da percorrere –ha concluso Friolo- con buona pace dell’ostinazione dell’assessore Caroli, del presidente Vendola, del Partito democratico, della maggioranza che tanto si è spesa per approvare una legge piena di falle, destinata a condurre quei precari in un vicolo cieco. Sarebbe interessante conoscere in merito anche l’opinione del candidato Governatore Emiliano, visto il ruolo determinante avuto dal suo partito in questa vicenda. Intende smarcarsi come sta cercando di fare con la sanità, ammettendo da uomo di legge la labilità dell’intera operazione, o preferisce continuare una battaglia solitaria per non contraddire la maggioranza che lo sostiene in una campagna elettorale che proprio sulle stabilizzazioni di massa puntava praticamente tutto, per far dimenticare i fallimenti seminati altrove?”.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 22 Gennaio 2015

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