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Tutto come prima: il Comune s’inchina e concede lo stadio alla squadra

Bocce e pallino fermi nell’annosa questione della gestione dello stadio comunale, anche se in attesa della definizione della procedura aperta per la concessione pluriennale dell’impianto sportivo, approvata dal Consiglio comunale con delibera n. 33 del 20 aprile 2017, il sindaco Decaro proprio ieri mattina ha inviato una nota all’amministratore unico della FC Bari 1908, Cosmo Antonio Giancaspro. Una nota per non correre rischi per l’iscrizione della squadra di calcio al campionato cadetto, confermando di fatto la disponibilità all’utilizzo, appunto, dello stadio San Nicola. Per il Comune si tratta di un “passaggio necessario” a garantire la partecipazione della Bari al campionato nazionale di Serie B per l’anno 2017/18, ma c’è chi, come i consiglieri comunali Alfonso Picchio (Iniziativa Democratica) e Salvatore Campanelli (Decaro per Bari), ne hanno approfittato per passare in rassegna le criticità gestionali dello stadio, problema che si ripete ciclicamente. Il peccato originale per i due consiglieri si chiama Italia ’90 e l’errore, comune a tutti gli stadi italiani fu quello di immaginare gli stadi come luoghi dove svolgere esclusivamente partite di calcio. Quindi sono stati costruiti – con soldi pubblici – “monumenti al calcio” che funzionano soltanto 20 giorni all’anno e solo per poche ore al mese in funzione delle partite del campionato di calcio. In Europa e nel mondo, gli stadi sono costruiti dalle società di calcio, con soldi privati, e sono progettati per essere redditivi. Quindi ospitano spazi per attività commerciali, ricreative e ricettive che fanno vivere la struttura tutti i giorni creando iniziative a supporto dell’attività calcistica.  Solo recentemente in Italia la Juventus e l’Udinese, unici casi italiani, hanno rinnovato completamente i propri stadi con finanziamenti privati e li gestiscono in maniera redditiva. Nel merito del Piano Gestionale redatto dall’assessorato allo Sport Pisicchio e Campannli evidenziano esso è carente in quanto contenuti e dati numerici riferiti a costi ed entrate non sono corretti, in quanto i costi di conduzione dello stadio sono sottostimati e alcuni già consolidati e necessari per attività di manutenzione ordinaria e per il personale che già lavora per la conduzione dello stadio non sono neanche considerati. I costi di manutenzione straordinaria, che si vorrebbero porre a carico del gestore, sono considerati solo in minima parte, mentre i ricavi sono sovrastimati e si riferiscono ad attività complementari che non è possibile svolgere con l’attuale configurazione dello stadio e comunque, perché si realizzino, richiederebbero ulteriori e maggiori investimenti. Tra i ricavi sono considerate una serie di attività quali bar, merchandising, pubblicità durante gli eventi e perfino sponsorizzazioni che, invece, sono di esclusivo appannaggio dell’FC Bari e di chi organizza gli eventi. Quindi i dati contenuti nel piano non sono corretti né realistici, non tengono conto delle stime dei costi effettivi di conduzione e di gestione dello stadio (esistenti in presenza di uno storico ultradecennale e quindi assolutamente attendibile). <>, sottolineano Pisicchio e Campanelli. Per i quali gli obiettivi del Comune dovrebbero portare innanzitutto ad ammodernare lo stadio, liberando l’Amministrazione dal peso economico per il mantenimento di un immobile enorme che, a quasi trenta anni dalla sua costruzione, richiede costosi interventi di manutenzione straordinaria. Ma poi bisognerebbe anche riqualificare l’intera area di pertinenza dello stadio (attualmente degradata e preda di traffici illeciti ed immorali) introducendo spazi ed attività complementari con funzioni ricettive, sportive, culturali e commerciali che farebbero vivere lo stadio ed il circostante polmone di verde per tutti i giorni dell’anno attraendo ragazzi, famiglie, tifosi e turisti, determinando un polo di attrazione non solo per i baresi ma per l’intera area metropolitana. E tutto ciò potrebbe infine valorizzare il patrimonio comunale, creando un polo sportivo moderno e funzionale che consentirebbe alla nostra città di attrarre eventi, spettacoli, manifestazioni sportive e culturali rafforzando l’identità territoriale e la visibilità dell’intera regione. Ecco, questi sarebbero vantaggi ed obiettivi d’interesse pubblico e primari per l’Amministrazione comunale, prima di individuare quella soluzione che, almeno finora, è rimasta sempre ancorata a roboanti progetti e proclami, sia pubblici e sia privati.

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 21 Giugno 2017

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