Cultura e Spettacoli

… tutto il resto è noia

Da qualche anno spopola la formula del racconto per parole e immagini di personaggi passati alla Storia affidato a conduttori che si muovono con sottile senso dello spettacolo. Se l’operazione ha per oggetto figure del mondo della canzone, il contributo iconografico si fa overdose (vedi le ‘Lezioni di rock’ di  Ernesto Assante e Gino Castaldo). Eravamo preparati a questo quando mercoledì scorso ci siamo recati al Forma dove replicavano ‘Califano, un bastardo venuto dal sud’, spettacolo prodotto da Reattore, di e con Fabio Cursio Giacobbe che, diretto da Pietro Genuardi, porta in scena la vita del più controverso personaggio della canzone d’autore italiana. Invece nulla, non una foto, non un traccia video stralciata da interviste o concerti. A far ‘percepire’ il celebre Califfo, e con esiti migliori che ricorrendo ai sicuri mezzi di cui sopra, qui provvedono,  e con grande originalità soprattutto a livello di spartito, gli assai bravi Alberto Jovene al piano e Cristina Siciliano (voce). Alla seconda sorpresa (una donna che interpreta Califano) se ne aggiunge una terza : in scaletta tanti successi di Mia Martini, Ornella Vanoni, Bruno Martino e dei tanti altri big per i quali Califano compose. ‘ Un bastardo venuto dal sud’ si presenta così come un affresco allargato della musica d’autore italiana relativamente all’ultimo trentennio del Novecento. Un affresco zeppo di aneddoti e gustose spigolature. All’interno di una scena dove un cameriere e quattro donne assise a tavolini riproducono l’habitat del Nostro (il night), si muove un Giacobbe disinvolto e carismatico. Uno spettacolo gradevole, frutto dell’alternarsi equilibrato di canto e recitato (da segnalare alcune liriche felicissime come ‘Pasquale l’infermiere’ e ‘Avventura con un travestito’ nelle quali un Califano poeta e pensatore mette in luce una romanità sapida che guarda con rispetto ora al Belli, ora a Trilussa). Alla fine resta pressoché intatto l’interrogativo di partenza : Chi fu Sandro Califfo, un poeta maledetto, un torbido antipatico, un’adorabile canaglia, un play boy dal talento musicale, un gran pasticcione? (e sì che se ne è fatta di galera) L’Università di filosofia di New York volle conferirgli la laurea honoris causa “per aver scritto una delle più belle pagine della canzone italiana”…Di sicuro non fu uno grigio. Tanto basta ad assolverlo. In un gregge di dimensioni globali le pecore nere allargano il cuore, segnalano l’importanza di vivere. A tale proposito ci pare il caso di ricordare che Califano, scomparso lo scorso anno (il suo ultimo concerto lo tenne allo Ueffilo Club di Gioia del Colle appena nove giorni prima di morire) ha voluto che sulla sua lapide venisse scolpito : Non escludo il mio ritorno. – Lo spettacolo si replica il 31 gennaio al Politeama di Bisceglie, il 7 marzo al Norba di Conversano e dall’1 al 6 aprile al Cometa Off di Roma.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Gennaio 2014

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