Cronaca

Tutto rinviato: in aula c’erano le liste d’attesa, non un’agenzia carrozzone…

Tanto fumo e niente arrosto, è il caso purtroppo di dire anche questa volta a proposito delle maledette liste d’attesa in Puglia, come a dire che la politica regionale in mano all’assessore/presidente Emiliano continua a temporeggiare su un bene preziosissimo come la tutela della salute. Infatti, i lavori del Consiglio regionale, sospesi nella tarda mattinata per assenza del numero legale, sono ripresi nel pomeriggio dal primo punto all’ordine del giorno relativo alla proposta di legge Amati, Cera, Colonna, Mennea “Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanita’”. In mezzo alle proteste di chi ha compreso che si trattava dell’ennesimo, strumentale rinvio per decidere niente, il presidente del Consiglio, Mario Loizzo, ha comunicato il proposito espresso dal presidente della Regione ed assessore alla Sanita’, Michele Emiliano di mettere a punto un disegno di legge della Giunta. Un disegno di legge da approvare la settimana prossima, almeno stando alle solite belle parole di Emiliano e compagni.   Fabiano Amati (PD) si e’ riservato di verificarne il contenuto, augurandosi che i sette giorni previsti per il passaggio in Giunta regionale siano gli ultimi. Mario Conca (Movimento 5Stelle) ha espresso tutta la sua la contrarietà, definita come l’ennesimo rinvio dal quale scaturirà un atto di giunta che ricalcherà sostanzialmente i contenuti degli atti aziendali delle Aziende Sanitarie Locali, con qualche timido ed etereo aggiustamento. Per il consigliere di Forza Italia, Nino Marmo, “il presidente Emiliano ha lanciato un messaggio chiaro e forte ai cittadini che, per un esame diagnostico, devono aspettare anche duecento giorni: non ha intenzione di attuare nessun intervento per ridurre le liste d’attesa”. Venuto meno nuovamente il numero legale, la seduta e’ stata aggiornata al prossimo 22 gennaio. Insomma, sulle liste d’attesa, il presidente della Giunta Emiliano ha ancora una volta finto di non comprenderne  la gravità, come se non capisse la povera gente senza santi in paradiso quando varca la soglia d’un ospedale per prenotare un esame o un’analisi. Quando, lo sanno tutti, si debbono attendere giorni, settimane, mesi e mesi per una prenotazione, senza manco tentare di ridurre le liste d’attesa. Critico ieri in aula anche il Presidente della Commissione regionale al bilancio Fabiano Amati, primo firmatario della proposta di legge “Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanità. Primi provvedimenti”, sottoscritta dai suoi colleghi Cera, Colonna e Mennea: <<Ci sono stati chiesti altri sette giorni per recepire nel regolamento vigente le nostre proposte. O con legge o con delibera per noi non cambia nulla, purché si faccia e una volta per tutte>>. E ancora: <<Un anno d’attesa può giustificare altri sette giorni. Per noi è irrilevante la veste formale (legge o delibera) con cui s’introducono le norme innovative che abbiamo proposto, a cominciare da quella che prevede il blocco automatico delle prestazioni a pagamento in caso di tempi più corti di quelli necessari per una prestazione in regime istituzionale. Abbiamo aderito alla richiesta di rinvio per non trascinare la questione in disputa politica, e così facendo disonorando la nostra stessa battaglia>>. Amati s’è riservato di valutare il contenuto della delibera e di rinviare al prossimo Consiglio ogni decisione, che potrà cedere il passo alla delibera solo se questa provvederà a integrare il regolamento vigente con le disposizioni contenute nella sua proposta di legge. Anche l’ex assessore di centrodestra Nino Marmo ha chiesto, a più riprese, un intervento della Giunta affinché indicasse una tempistica precisa ai direttori generali delle Asl per le attività che sono tenuti a svolgere per contenere il fenomeno delle liste di attesa. <<Ci ritroviamo oggi con una ‘letterina’, firmata da due dirigenti, che invita i direttori delle asl a darsi da fare in questa direzione, senza alcuna indicazione formale e puntuale. Noi avevamo chiesto di più -ha precisato Marmo in aula ieri – perché è già vigente un regolamento che impone ai direttori un impegno per ridurre l’attesa per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Non doveva essere una lettera, dunque, ma una circolare adottata dalla Giunta regionale che scandisse tempi e obiettivo da raggiungere>>. Il guaio è che non solo questo non è stato fatto, ma in Puglia ci si ritrova a distanza di un anno con un ulteriore presa di tempo da parte di Emiliano: un “”modus operandi”” divenuto ormai veramente insopportabile””. Quasi normale da queste parti, tenendo conto che trattasi di tutela della salute pubblica e non di istituire una bella agenzia, di quelle che tanto piacciono al presidente/assessore alla Sanità pugliese Emiliano…

Antonio De Luigi


Pubblicato il 16 Gennaio 2019

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