Cronaca

Udc di Terra di Bari, un partito mordi e fuggi

Adesso non ci sono più dubbi, neppure per i pochi rappresentanti e militanti rimasti fedeli all’Udc in Terra di Bari, lo scudo crociato di Pierferdinando Casini e Lorenzo Cesa è ormai solo un partito “mordi e fuggi”. Infatti, a detta di uno dei fedelissimi esponenti baresi del partito centrista, in vista delle amministrative baresi del 25 e 26 maggio prossimo l’Udc, non avendo più alcuna sede nel capoluogo, sta utilizzando le salette di un albergo di piazza Aldo Moro come punto di appoggio organizzativo per la campagna elettorale. Fatto, quest’ultimo, che denota chiaramente – sempre secondo lo stesso esponente – qual è la situazione dello scudo crociato a Bari, dopo cinque anni di gestione del partito da parte dell’ex assessore alla Toponomastica della giunta Emiliano, Filippo Barattolo. Un partito che nella città più grande della Puglia non ha più una sede provinciale, né cittadina, è davvero ora ridotto ai minimi termini. Già da tempo, infatti, qualche attivista locale che ancora gravita nell’orbita dell’Udc aveva denunciato il rischio di estinzione del partito dallo scenario politico barese, per cui si era prodigato affinché i vertici romani dello scudocrociato intervenissero per porvi rimedio. Ma, benché informati della situazione catastrofica, da Roma nessuno si è fatto carico seriamente di iniziative responsabili, per bloccare l’emorragia di referenti e militanti che l’Udc stava subendo con la gestione Barattolo. Una gestione che a Bari ha aggravato notevolmente la crisi politica e d’identità in cui è finito lo scudocrociato negli ultimi anni, al punto tale che nel barese, da sempre una delle maggiori roccaforti elettorali dell’Udc, il partito in diversi centri è letteralmente scomparso dai consessi istituzionali e nel consiglio comunale del capoluogo è rimasto presente solo come sigla, ma non effettivamente come rappresentanza politica. Infatti, l’unico rappresentante tutt’ora presente a Palazzo di Città nell’aula “Dalfino” con la sigla dell’Udc, Giuseppe Margiotta, si ricandida alle prossime amministrative, ma non più con lo scudocrociato. Ma il fatto strano e paradossale, per il partito di Casini, è che a gestire l’organizzazione della ormai imminente campagna elettorale barese sarà ancora una volta Barattolo. Vale a dire lo stesso che negli ultimi anni ha accumulato una serie ininterrotta di insuccessi sia elettorali che politici. Una figura che – secondo quanto riferisco alcuni noti ed autorevoli referenti dell’Udc di Terra di Bari – non è mai stata vista di buon occhio dalla base locale del partito, sia perché trattasi di un noto ex rappresentante del vecchio Psi, e quindi di estrazione socialista e non democristiana, sia soprattutto perché si tratterebbe di un personaggio molto chiacchierato non soltanto sotto l’aspetto politico. Infatti, sempre secondo qualcuno nostalgico simpatizzante del partito centrista, la grossa perdita di consensi nel barese per l’Udc è scaturita dall’abbandono del partito da parte di molti personaggi locali che, per i contrasti insorti con il segretario provinciale, Barattolo per l’appunto, hanno deciso di passare in altre formazioni politiche o mettersi a capo di liste civiche locali. Ma anche tra alcuni dei pochi referenti ancora rimasti con il partito di Casini e Cessa ed il segretario provinciale in carica non sembra che ci siano rapporti idilliaci. Qualcuno di questi, infatti, accusa Barattolo di gestire il partito solo in funzione dei propri tornaconti politici e personali, per cui alla fine prevale un disimpegno generalizzato anche da parte di chi potrebbe impegnarsi in prima persona in campagna elettorale, avendo buone possibilità di fare risultato, perché portatore di un cospicuo numero di consensi personali. Ma anche questi personaggi evidentemente non si fidano più di un simbolo, lo scudocrociato, affidato ad un personaggio politico come Barattolo, che alla fine potrebbe, come è avvenuto nel 2009, capitalizzare solo per se stesso il risultato elettorale altrui. E Barattolo – dichiara pure qualcun altro che lo conosce bene dai tempi del vecchio Psi – non sarebbe nuovo a tal genere di attività. Infatti, con tali precedenti e una simile premessa appare davvero difficile che l’Udc barese riesca persino a presentare la lista alle prossime comunali. A meno che a compilarla non siano  esponenti  non baresi ed i nomi vengano presi, come suole dirsi ironicamente, dall’elenco telefonico. “Ma – si chiedono alcuni – con quale risultato per il partito?”  

 

Giuseppe Palella 


Pubblicato il 14 Marzo 2014

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