Cronaca

Udc: presa la strada della via di estinzione anche in Puglia

L’Udc di Pierferdinando Casini in Puglia, come verosimilmente in altre parti d’Italia, dopo il pessimo risultato elettorale conseguito alle politiche dello scorso febbraio, è probabile che sia un partito ormai in via di estinzione. Infatti, la tradizionale formazione politica di Casini alle ultime politiche si è presentata soltanto alla Camera con il proprio simbolo, lo scudocrociato, mentre al Senato, temendo di non raggiungere in alcuna regione da sola la soglia minima dell’otto per cento, necessaria a poter partecipare alla suddivisione dei seggi, si è presentata, come è noto, raggruppandosi con la formazione di Gianfranco Fini, il Fli, ed alla civica di Mario Monti, che in tutte le regioni, quindi, si sono presentate insieme sotto un unico simbolo, quello montiano. Ora, però, alla luce dei dati ottenuti alla Camera dallo scudocrociato, poco più di seicentomila voti a livello nazionale, la formazione di Casini è risulta fortemente ridimensionata rispetto alle precedenti politiche del 2008, quando, con circa due milioni di voti, riuscì a portare in Parlamento una nutrita pattuglia di una sessantina di rappresentanti tra deputati e senatori dell’Udc. Questa volta, invece, i rappresentanti eletti alla Camera con il simbolo dello scudocrociato sono stati appena otto, mentre quelli della quota Udc eletti a Palazzo Madama nelle fila del listone unico montiano sono stati soltanto due. E tra questi ultimi c’è il leader del partito, Casini, che è riuscito a riconfermarsi in Parlamento proprio grazie all’elezione ottenuta al Senato con il simbolo di Monti. In Puglia il partito di Casini, precedentemente alle ultime politiche, aveva sempre ottenuto risultati di molto superiori alla media nazionale tanto che, come si ricorderà, alle politiche del 2008 soltanto da questa regione riuscì ad avere circa 190mila voti alla Camera, che rappresentavano in media l’8% del consenso dei pugliesi, a fronte del 5,5% di media dell’Udc riportata a livello nazionale. Un dato, questo, che aveva fatto della Puglia, dopo la Sicilia e la Campania, una delle regioni in cui il partito di Casini aveva più voti e, quindi, più rappresentanti presenti nei diversi livelli istituzionali. Una rappresentanza che, nonostante negli ultimi quattro, o cinque, anni si sia molto assottigliata, resta tutt’ora significativa in diversi importanti Comuni pugliesi, oltre quella regionale e provinciale che si è mantenuta fedele allo scudocrociato ed ancora lo rappresenta in questi consessi istituzionali. Adesso però, dopo le vicende delle ultime politiche, molti di tali esponenti rimasti ancora legati al partito, evidentemente più per un fatto affettivo verso il simbolo che per un’effettiva condivisione di linea politica e di gestione dello stesso, si sentono ormai politicamente abbandonati dai vertici locali e nazionali dell’Udc che, non avendo probabilmente ancora metabolizzato la pesante sconfitta elettorale, si stanno forse preoccupando più di come accaparrarsi qualche poltrona, piuttosto che riorganizzare le fila a livello territoriale e darsi una nuova strategia politica, per il recupero dei consensi persi. Questa latitanza dei vertici romani del partito in Puglia ha sortito una serie di comunicati da parte di alcuni esponenti locali dell’Udc che, in assenza di decisioni concrete ed immediate dei dirigenti politici nazionali, si cimentano in una sequela di note che attestano ancor di più la situazione di sbando in cui si trova il partito e – secondo qualche addetto ai lavori – pure l’incapacità del partito stesso ad assumere in autotutela tutte le iniziative necessarie a non perdere definitivamente il contatto con i referenti territoriali periferici della formazione politica centrista che fino ad alcuni anni fa riusciva ad ottenere risultati elettorali ragguardevoli. Un patrimonio politico di uomini e di voti che in parte è già andato perso a causa dei tanti errori compiuti negli ultimi anni, soprattutto da Casini, ma che ora rischia di andare addirittura perso definitivamente, per mancanza di capacità a saper rimediare, invertendo rotta e metodi di gestione del partito. E la conferma dell’estinzione dell’Udc in Puglia potrebbe avvenire già dalle amministrative di maggio prossimo, quando nei centri pugliesi chiamati al voto bisognerà decidere la lista dell’Udc per le comunali e la strategia per le alleanze. Scelte che, in teoria, per avere successo dovrebbero essere quantomeno seguite e coordinate dal partito a livello centrale. Però, è difficile pensare che un partito che ha appena fallito la propria strategia politica nazionale, in tali condizioni, potrà invertire la china e riaffermare la propria presenza a livello locale.            

 

Giuseppe Palella 


Pubblicato il 21 Marzo 2013

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