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“Uffici giudiziari, fallimento su tutta la linea per maggioranze vecchie e nuove”

 

Niente di fatto sulla questione infinita dei tribunali sparpagliati a Bari da un capo all’altro della Città per gestire la giustizia penale, civile, amministrativa, contabile e tributaria. Una Città dove la maggioranza vecchia e nuova al Comune di Bari gioisce in seguito a una sentenza che non ha fatto altro che procrastinare il problema della sede unica, attendendo altri pronunciamenti giudiziari, ancora una volta del Consiglio di Stato, sul nodo strategico sede unica della giustizia a Bari. Ne parla ora il senatore d’Ambrosio Lettieri, coordinatore di Forza Italia dopo, appunto, l’ultima sentenza della Corte europea in merito alla Cittadella della Giustizia. Arrabbiato perché per lui si sottace il fatto che in tanti anni l’amministrazione uscente “”…non è stata capace di offrire un’alternativa che sia una, alla scandalosa e pericolosa situazione in cui sono confinati gli uffici giudiziari del Palazzo di via Nazariantz , un’alternativa naturalmente credibile e realizzabile, suffragata da studi di settore che attestassero la compatibilità delle proposte con le esigenze di addetti ai lavori e cittadini, nonché da piani economici concreti e perseguibili – come d’altronde ha avuto modo di stigmatizzare in passato lo stesso procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe – è difficile immaginare che si possa inaugurare una nuova stagione di responsabilità”. Ma nell’interesse della Giustizia, che è poi quello collettivo, è tempo che finiscano i giochi al rinvio, il balletto delle soluzioni improbabili alternative ad un progetto – quello della Cittadella su cui si attende l’ulteriore decisione del Consiglio di Stato dopo il pronunciamento della Corte europea – a cui si continua ad opporre soluzioni inadeguate. “”Non siamo mai stati –continua d’Ambrosio Lettieri- né siamo perdutamente innamorati a prescindere del progetto della Cittadella. Ma certamente siamo sempre stati e continuiamo ad essere consapevoli della necessità di dare agli uffici giudiziari baresi una casa degna, sicura ed funzionale. E che una amministrazione non deve solo chiacchierare, ma agire. La situazione denunciata ancora una volta dal procuratore della Repubblica e le condizioni insostenibili del Palazzo di via Nazariantz sotto il profilo della sicurezza è emblematica dell’assenza di alternative perseguibili, sotto il profilo organizzativo quanto sotto quello economico e di un fallimento conclamato, a distanza di più di dieci anni””. E adesso, che succederà? “”Il sindaco Decaro, chiamato al redde rationem dal Procuratore, nell’incontro in Prefettura ribadisce la soluzione dell’ex Ospedale Militare Bonomo che a noi risulta essere tecnicamente inidoneo e inadeguato in ragione della vetustà della struttura che necessita di imponenti opere di riqualificazione generale e strutturale, in particolare sismica, e dispone di spazi addirittura inferiori a quelli già insufficienti dell’attuale sede degli Uffici Penali, oltre ad essere assai limitativi della Funzione Giudiziaria, in relazione al rigido assetto distributivo interno tipico delle vecchie strutture ospedaliere. Si tratta, inoltre, di un edificio sottoposto a vincolo storico-architettonico e, quindi, soggetto a procedure di intervento delicate e dettate da rigidi protocolli, con evidenti elevati costi e lunghi tempi di realizzazione; dispone di ridottissime aree a parcheggio per il pubblico, oltre ad essere ubicato in un contesto già pesantemente congestionato, che non ha alcuna possibilità di accogliere ulteriori carichi di utenza””. In un momento difficile come quello che stiamo attraversando, le parole d’ordine dovrebbero essere, per tutte le pubbliche amministrazioni, più efficienza, più servizi e meno costi. Non è possibile che a Bari si invertano, invece, i termini della questione, regalando ai cittadini meno efficienza, meno servizi e più costi, che si annunciano salatissimi per soluzioni procrastinate fino a far cronicizzare l’emergenza e a porre un problema di vera e propria sicurezza. Conclusione? “”Credo che ripartire dalla dignità di chi lavora per la giustizia, da un lato, magistrati, avvocati, impiegati, e di chi, di questo lavoro, deve fruire, cioè i cittadini, sarebbe cosa buona e utile”, le parole del senatore barese.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 5 Dicembre 2014

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