Cultura e Spettacoli

Ulisse non è pago

Da venticinque anni il gruppo Terrae fa ‘etno – militanza’ mettendo le Puglie (più che la Puglia) al centro di un disegno umile e appassionato, discreto e puntiglioso, che fugge lo stereotipo da spot tanto funestamente in voga. Un quarto di secolo non è poco, fa venir voglia di ‘piantare il zippo’, modo di dire che qui non significa porre fine al proprio cammino, bensì fermarsi a tirare il fiato, a riflettere sul valore della strada percorsa e sulle prospettive che il futuro offre. Il gesto con cui Terrae infigge in terra il bastone da viandante prende le forme di una corposa incisione dal titolo emblematico : ‘Approdi’… E torna in mente Ulisse. Nei suoi venticinque anni di insaziabile curiosità Terrae ha toccato molti lidi: la musica popolare, la storia, la poesia, il teatro. E ora cosa si profila all’orizzonte, ulteriori approdi oppure Itaca?… Difficile dirlo (per quanto si abbia l’impressione che Ulisse non sia pago). Benché raccolga oltre un’ora di musica, ‘Approdi’ è disco che nasce per ‘sottrazione’, nel senso che avrebbe potuto essere un doppio cd, tanto era il materiale a disposizione da proporre. Una sottrazione “dolorosamente indispensabile”, confessano gli autori. Un lavoro di selezione comunque ben riuscito, aggiungiamo. Ricco senza esuberanza, ‘Approdi’ non si torce davanti allo specchio e si lascia apprezzare per la raffinatezza, la cura amorevole posta nell’alchimia dei suoni, nonché per la compattezza del pensiero che lo innerva, compattezza particolarmente apprezzabile per la diversità dei contributi ‘esterni’. Intorno a Rocco Capri Chiumarulo, Anna Garofalo, Paolo Mastronardi, Alessandro Pipino e Loredana Savino si muove un popolo di artisti (quasi una trentina, alcuni decisamente di grido) che chiamare ‘collaboratori’ sarebbe riduttivo. E’ un popolo di amici-colleghi-compagni di strada che in questa pregevole incisione trovano conferma della comune identità culturale e geografica. Identità le cui radici affondano nel variegato territorio pugliese e traggono linfa dal relativo scrigno di tradizioni. Terrae e relativi ‘approdi’, allora, sembrano collocarsi al vertice di un’ideale parentesi graffa aperta nell’abbraccio a spiriti liberi, sognatori, eroi silenziosi, creativi al fuori dagli schemi, ‘giusti’ a modo loro e ancora a modo loro ‘beati’ degni d’un qualche Regno Celeste.  In definitiva ‘Approdi’ è qualcosa di più d’un buon disco di musica ‘regionale’. E’ omaggio ad una terra-madre avara quanto si vuole, ma prepotentemente amorevole. E la gratitudine si allarga, ancora tra le righe, a un pugno di Maestri, alcuni dei quali misconosciuti. – ‘Approdi’ sarà presentato domenica 16 febbraio alle 18:30 nei locali del Museo Civico di Bari. Ingresso libero.

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 7 Febbraio 2020

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