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Ulivi infetti da Xylella, un’emergenza ormai cronica

Cia-Puglia e Unapol tornano a chiedere al Governo nazionale la nomina di un commissario "ad acta" che, con poteri straordinari, fronteggi un pericolo che ora però potrebbe colpire anche il "cuore olivicolo" della nostra regione

Dopo il ritrovamento di quattro ulivi infetti da Xylella fastidiosa nel nord barese, in particolare in agro di Bisceglie, il presidente pugliese e vicepresidente nazionale di “Cia-Agricoltori italiani”, Gennaro Sicolo, ed il presidente dell’Unapol, Tommaso Loiodice,  con rispettive note hanno espresso la preoccupazione del mondo agricolo, per l’ulteriore avanzamento del batterio nella nostra regione e, quindi, la richiesta di un decisivo cambio di passo nella lotta alla batteriosi responsabile del disseccamento rapido degli ulivi. Infatti, ha avvertito Sicolo: “Con la Xylella si sta giocando col fuoco”, perché è chiaro che “il batterio continua a viaggiare e punta deciso verso il Nord della Puglia” e “se non si riuscirà a fermarlo sarà un disastro”. Perciò – ha sottolineato Sicolo – “Cia-Puglia” da tempo sta chiedendo al Governo nazionale la nomina di un Commissario straordinario, da un lato, per accelerare le operazioni di contrasto e stanziare risorse adeguate a una vasta opera di contrasto e, dall’altro, per finanziare la ricerca scientifica, affinché si arrivi finalmente a metodi e procedure che risolvano il problema una volta per tutte. A chiedere la nomina immediata di un commissario straordinario per la gestione dell’emergenza Xylella è anche l’Unapol che, con il presidente Loiodice, alla luce delle poche risorse a disposizione, considerate per altro “non proporzionate alla portata del disastro”, ritiene necessario per questa problematica un organo con poteri snelli e capacità di intervento tempestivo sul territorio. Per Unapol, inoltre, occorre da subito “un piano pluriennale di finanziamento per la ricostruzione della filiera olivicola, che includa non solo il risarcimento delle perdite, ma anche incentivi per i
reimpianti con cultivar resistenti, sostegno al reddito degli agricoltori colpiti, formazione tecnica e accompagnamento all’innovazione. Unapol, però, chiede anche un’attività preventiva più adeguata con “il potenziamento dei sistemi di sorveglianza fitosanitaria e l’avvio di campagne strutturate di informazione e sensibilizzazione, affinché si rafforzi la cultura della prevenzione e della segnalazione precoce”. Motivo per cui – ha concluso Loiodice – per l’Unione è auspicabile “la creazione di un tavolo inter-istituzionale permanente, che coinvolga il Ministero dell’Agricoltura, la Regione Puglia, le autorità fitosanitarie, il mondo scientifico e le rappresentanze agricole, con l’obiettivo di garantire trasparenza, condivisione dei dati e
un’azione sinergica a tutela del territorio”, poiché “oggi siamo ancora in tempo per evitare che il disastro si estenda ulteriormente”. Avvertendo che per fare ciò “serve volontà politica, ascolto e visione” e che “gli ulivi non sono solo alberi”, ma sono soprattutto “vita, lavoro e memoria”. Alla luce dei 4 esemplari colpiti dalla Xylella la preoccupazione è altissima anche per “Cia-Puglia” che, con il presidente Sicolo, ha rilevato: “un’eventuale e disastrosa diffusione del batterio in tutta la provincia di Barletta-Andria-Trani è altissimo”, perché “stiamo parlando di una zona, con particolare riferimento al territorio andriese ma non solo, in cui l’olivicoltura è la prima industria a cielo aperto, con numeri importanti per posti di lavoro e reddito delle famiglie legati al settore”. Perciò, ha affermato Sicolo, “se non si interviene subito con forza, la situazione diventerà potenzialmente fuori controllo anche per l’Area Metropolitana di Bari e la provincia di Foggia”. La “Cia-Agricoltori italiani” ha fatto anche presente che “nella vegetazione spontanea e senza manutenzione di tanti angoli di territorio (cunette, siepi, aree di competenza degli enti territoriali, terreni agricoli abbandonati) si può annidare il rischio che il vettore continui a macinare chilometri in direzione nord”. Pertanto, la sezione pugliese di “Cia-Agricoltori italiani” chiede anche che le Amministrazioni pubbliche (Comuni, Province e Città metropolitana di Bari) pongano estrema attenzione a questa problematica, ottemperando sia ai doveri di rispetto delle buone pratiche da attuare nelle rispettive aree pubbliche, sia controllando e sanzionando chi, per inerzia o irresponsabilità, non assolve agli obblighi imposti dagli Organi fitosanitari regionali  di mantenere puliti e in ordine i terreni, manutenerli, operando a seconda dei casi con arature, fresature, erpicature e trinciature. Per Sicolo, “la Regione Puglia sta facendo il massimo, ma l’impresa di intervenire su tutto il territorio e porre in essere azioni puntuali ed efficaci nel minor tempo possibile e su un territorio vastissimo è davvero titanica”. Per questo – ha dichiarato il presidente pugliese e vice presidente nazionale di Cia – “siamo convinti della necessità che il Governo nomini un Commissario straordinario che abbia poteri e risorse per porre in essere molto velocemente tutte le azioni di contrasto, contenimento e di rigenerazione”, in quanto “il livello di rischio purtroppo è aumentato anche a causa dello sviluppo di altre varianti del batterio”. Per Sicolo, infatti, Regione Puglia e Governo nazionale devono “lavorare insieme anche per ottenere dalla Ue la necessaria attenzione e le risorse indispensabili a finanziare la ricerca scientifica”, utile “a trovare finalmente una soluzione che fermi definitivamente il batterio”. Anche il consigliere e assessore regionale al Bilancio Fabiano Amati, dopo la scoperta degli ulivi infetti da Xylella nel nord barese, ha avvertito: “Non è difficile profetizzare che, in assenza di una svolta, l’intera Puglia vedrà il proprio patrimonio di ulivi distrutto, seguita a ruota dalle regioni confinanti e infine dall’intero Paese”. Per poi commentare: “Mi duole ricordare la gogna a cui alcuni di noi furono sottoposti solo per aver sostenuto la prova scientifica, il lavoro degli scienziati, il piano Silletti e l’uso mirato degli agrofarmaci per eliminare l’insetto vettore”. Infatti, ha rammentato inoltre Amati, “ricevemmo manifestazioni infarcite di credulità popolare, squadrismo digitale e, nel mio caso, persino azioni giudiziarie per reati inventati o per diffamazione”. “Credo – ha proseguito il consigliere, ora anche assessore – che quell’esperienza, per troppo tempo ignorata perché ritenuta confinata alle province di Lecce, Brindisi e Taranto, debba ora servire da monito” e quindi “bisogna disertare i convegni dei santoni che ancora si tengono nei territori non ancora colpiti e chiedere con forza misure di sostegno imponenti, per attuare una vera campagna di lotta alla sputacchina”. Augurandosi, in fine, che “Comuni, sindaci, associazioni e cittadini delle zone indenni vogliano far sentire la loro voce secondo coscienza, certo, ma soprattutto secondo scienza”. Ed è secondo scienza che sicuramente anche i tanti produttori olivicoli del nord barese sperano in un contrasto serio alla Xylella, dopo l’avvisaglia dei 4 alberi infetti a Bisceglie.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 26 Giugno 2025

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