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Ultima ‘mazzata’ al Pediatrico di Bari: come affossare un ospedale

La delibera regionale 'taglia-sprechi' provocherà ancora più disagi a via Amendola, stavolta esiziali

Tra gli ultimi ad accendere la miccia e a richiamare l’attenzione sull’ospedale pediatrico di Bari ‘Giovanni XXIII’ è stato il consigliere pugliese Michele Picaro (Fratelli d’Italia), partito nelle settimane scorse dalla sospensione temporanea dell’attività chirurgica per carenza di personale all’interno del reparto chirurgico. Una motivazione che non ha convinto proprio nessuno, tanto meno Picaro che ha subito evidenziato provvedimenti campati in aria tenendo presente che in organico all’ospedaletto, infatti, ci sono quattro cardiochirurghi. E fino a pochi mesi fa una mezza dozzina: per fare un paragone, l’ospedale pediatrico di Boston (primo posto nel mondo per la cardiochirurgia pediatrica) con oltre 3mila interventi/anno, conta sei cardiochirurghi pediatrici nel proprio organico. E allora, chi punta all’affossamento del pediatrico di Bari, magari affermando l’elevata mortalità chirurgica, a fronte d’un esiguo numero di interventi, causata dalle infezioni? In realtà una recente valutazione della Direzione Sanitaria, sull’incidenza di infezioni, ha smentito quest’altra affermazione dei vertici di piazza Giulio Cesare. “E non convince neppure – s’infervora ancora Picaro – la promessa che i bambini cardiopatici pugliesi saranno, tra sei mesi circa, operati al Policlinico, dove manca la obbligatoria multidisciplinarietà pediatrica presente solo al Papa Giovanni XXIII”. Nato delle ceneri dello storico Ospedaletto dei Bambini del rione Libertà, è oramai abbandonato a se stesso, privo di guida e continuamente umiliato. E non solo dai vertici dell’azienda Consorziale Policlinico, messa in allarme anche da una raccolta di firme al ‘Giovanni XXIII’ – raccolte finora oltre duecento sottoscrizioni – di dipendenti che hanno chiesto lo scorporo dal Consorziale per tornare azienda autonoma. Il minimo, visto che il disegno di depotenziare l’ospedaletto di via Amendola non si ferma. L’ultima tegola, infatti, è stata la cosiddetta delibera ‘taglia/sprechi’ in sanita’ che sta creando altri disagi a via Amendola. Con un pediatrico che sembra rappresentare proprio la <<fiera delle occasioni perse>> anzi, un presunto ‘polo pediatrico’ oramai a pezzi e paralizzato, dopo quest’ultima circolare inviata dalla direzione generale dell’azienda Policlinico di Bari che azzera praticamente la spesa per farmaci e dispositivi. Ma anche e fose soprattutto investimenti e assunzioni di personale. Tutto, inutile dirlo, adeguandosi a direttive regionali per cui l’ospedale pediatrico e’ stato messo in condizione di attaccarsi alla canna del gas…e aspettare immoto il ‘suicidio-annunciato’. Fuor di metafora, le decisioni prese nelle stanze dei bottoni della sanità pugliese stanno incidendo in maniera definitiva sull’assistenza ai piccoli pazienti che fino, a qualche anno fa, giungevano a Bari da tutto il Sud. Negli ultimi anni, invece, il Giovanni XXIII° ha subito un vero e proprio smembramento che ha fatto saltare per aria e dimenticare tutti gli impegni assunti dalle precedenti amministrazioni regionali allo scopo di creare un <<polo sanitario infantile>> nel Mezzogiorno. E invece? Ora ai cantieri semi-paralizzati e alle buone intenzioni fanno da contraltare reparti e strutture fatiscenti con edifici risalenti spesso ai primi anni Settanta, attrezzature obsolete in attesa di ricambi che non arrivano mai, personale al lumicino e, come detto sopra, la chiusura d’un reparto cardine come la chirurgia pediatrica. L’ospedaletto pediatrico di Bari conta attualmente una dozzina di reparti e quattro ambulatori, centocinquanta posti letto e personale ridotto all’osso con un centinaio di camici bianchi e poco meno di cinquecento tra infermieri e operatori socio/sanitari. Invece il fabbisogno reale – secondo gli standard dettati dall’assessorato alla sanità – richiederebbe numeri corrispondenti al doppio dei precedenti, senza sbagliare. Insomma, un quadro tinto a colori sempre più scuri nelle sale di via Amendola, con turni massacranti per chi ci lavora e lunghe attese per chi cerca visite e ricoveri sfociati spesso in episodi di cronaca nera coi genitori dei piccoli pazienti che perdono il lume della ragione, di fronte a attese e tempi morti. Ci mancava quest’ultima circolare regionale, per ridurre ancor più produttivita’ e standard delle prestazioni, diminuendo drasticamente il rifornimento di medicinali e dispostivi medicali. E il rilancio del pediatrico di Bari, sventolato da troppi presidenti e assessori alla sanità, in Puglia? Un sogno forse troppo grande, per pazienti troppo piccoli….

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Maggio 2023

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