Cronaca

Ultimatum di Berlusconi a Fitto: “Deciditi con chi stare”

Il leader pugliese di Forza Italia, Raffaele Fitto, è ormai al capolinea nel partito: adeguarsi ai diktat di Silvio Berlusconi e della maggioranza dei parlamentari fedeli a quest’ultimo oppure abbandonale la bandiera del partito Azzurro. Infatti, l’ex cavaliere di Arcore  parlando a Roma ad una riunione con i parlamentari di Forza Italia, in merito alle posizioni assunte dall’europarlamentare pugliese, ha affermato: “Non si può andare avanti così. La minoranza ha diritto di esprimere le sue posizioni, ma poi è la maggioranza a decidere”. “Ora basta!” avrebbe dichiarato Berlusconi –  secondo qualche bene informato – con tono perentorio e, continuando, ha lanciato il suo ultimatum: “Raffaele deve decidere cosa vuole fare, siamo arrivati a un punto finale”. Quindi, entro una o due settimane al massimo l’ex ministro di Maglie ed ex governatore di centrodestra della Puglia dovrà decidere se stare dentro o fuori il partito a cui aveva ‘aderito armi e bagagli’ circa quindici anni fa, quando fu eletto presidente della Regione, portando con se in dote un 5% di consensi raccolti l’anno prima in Puglia con una sua formazione civica, il Cdl-Puglia, che era stata presente a livello regionale in Comuni e Provinciale chiamate al voto alle amministrative del 1999. “Dopo tanta pazienza, comprensione e buona volontà siamo arrivati al momento in cui mettiamo un punto 
fermo. O fanno la minoranza o se ne vanno” ha tuonato Berlusconi nel corso della riunione dei gruppi parlamentari di Fi a Montecitorio, a cui però non sono intervenuti i deputati e senatori che si riconoscono nella posizione critica assunta dal leader pugliese di Fi. E sempre Berlusconi, con riferimento ai dissidenti, si è domandato: “Ma dove vanno?” facendo poi presente che “Un sondaggio darebbe un partito guidato da Fitto all’1,6%” e commentando: “Questo è il destino di chi si stacca da casa madre”. A detta, inoltre, di qualche esponente forzista presente all’incontro romano di lunedì mattina con Berlusconi, il passaggio sui ‘dissidenti fittiani’ era inizialmente inserito nel documento che Berlusconi ha letto all’assemblea. Però, successivamente, dietro consiglio di alcuni fedelissimi, e soprattutto alla luce del fatto che diversi parlamentari non avrebbero approvato il testo, l’ex premier ha deciso di eliminare la parte relativa a Raffaele Fitto e ai parlamentari a lui vicini. Secondo la stessa fonte romana, Berlusconi avrebbe voluto prendere in considerazione anche l’ipotesi di sospendere dal partito per almeno tre mesi
Fitto, ma alcuni parlamentari azzurri avrebbero, statuto alla mano, fatto osservare all’ex Cavaliere che la strada non sarebbe facilmente percorribile. Quanto poi alla linea politica di Fi, Berlusconi è stato tranchant: “In un partito c’é discussione, ci si confronta, ma poi si va al voto e vince la maggioranza”. “E una volta che si è decisa la linea – ha osservato Berlusconi – non si può poi accettare il voto difforme della minoranza”. Per questo, di fronte alle obiezioni di alcuni deputati e senatori intervenuti alla riunione, il leader nazionale di Fi ha ribadito: “Ritengo sia giusto dare a Fitto e ai suoi una settimana di tempo, al massimo due settimane, per pensarci, ma se decidono di restare non possono continuare con i distinguo che indeboliscono il partito”. Ma la replica di Fitto all’ex Cavaliere di Arcore non si è fatta attendere. “La domanda nasce spontanea, dopo 
l’ipotesi di una nostra ‘cacciata’ (in 15 giorni, apprendo dalle agenzie): Perché? Perché facciamo opposizione? Perché abbiamo avuto ragione sulle riforme, e, purtroppo, su tutto il resto?” ha tuonato a sua volta l’eurodeputato pugliese di Fi, dopo aver appreso dell’ultimatum di Berlusconi a lui ed ai suoi seguaci interni a Fi, all’incirca una quarantina tra deputati e senatori. E, continuando con le domande ironiche alle minacce di espulsione dal partito dell’ex Cavaliere, Fitto ha aggiunto: “Perché mentre era in corso il gruppo del Senato sono corso a Palazzo Grazioli per invitare Berlusconi a non dare l’ok alla legge elettorale prima del voto per il Quirinale?” E  “Perché troviamo surreale il passaggio in due giorni da ‘Forza Renzi’ a ‘Forza Salvini’?” Dunque, si chiede ancora  Fitto con ironia “Processo popolare?” Ed attacca con una considerazione: “Caro Presidente, meglio esserti antipatico e non abile nello sport dell’ossequio a corte, ma utile e sincero. Te lo dico con amarezza: stai ancora una volta sbagliando tutto”, per poi chiarire tre cose: “Primo: purtroppo non ci hai mai dato retta – afferma Fitto –  né sul partito né sulla linea politica. Secondo: tutti gli organi del partito sono oggi privi di legittimazione e si trovano in una condizione extrastatutaria. Terzo: prendo atto che ancora non si sa come Forza Italia voterà su legge elettorale e riforme”, chiarendo inoltre quale sarà l’atteggiamento futuro suo e degli esponenti che ne condivideranno il percorso: “Io, con tanti amici, per aiutare Forza Italia, andrò avanti con l’iniziativa dei Ricostruttori, a partire dalla manifestazione nazionale del 21 febbraio. Offriremo energie e idee all’Italia e al centrodestra. E’ un contributo per una strategia chiara e credibile”. E con un ‘Post scriptum’ finale la ex protesi pugliese di Berlusconi, Fitto per l’appunto, lancia un avvertimento ironico che è verosimilmente un ultimatum ancor più pesante di quello lanciatogli dallo stesso Berlusconi. Infatti, dichiara Fitto: “Anziché giocare con pseudo sondaggi su di me, occupiamoci piuttosto dei risultati 
elettorali di Fi, prima che sia troppo tardi. E occupiamoci dei nostri elettori delusi e astenuti: più di 9 milioni”. Concludendo un paio di interrogativi che sembrerebbero quasi una sorta di provocazione: “Espelliamo anche loro? Li deferiamo ai probi viri?” Alla luce di quest’ultima infuocata polemica tra Berlusconi e Fitto difficilmente in Puglia ci sarà un imminente schiarita nel centrodestra per l’indicazione del nome condiviso da candidare alla guida della coalizione alle regionali di metà maggio. Infatti, il candidato governatore del centrosinistra, Michele Emiliano, e la  coalizione di forze che lo sostengono potrebbero forse già ringraziare gli avversari per tale vantaggio.      

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 12 Febbraio 2015

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