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Ultimatum per la sede unica, sentenza o non sentenza…

Il Consiglio di Stato in adunanza plenaria ha bocciato l’iter per costruire la sede unica della giustizia a Bari con progetto della impresa Pizzarotti da Parma e il sindaco di Bari è stato il primo a gioirne. Quasi che rinviare la soluzione di questo problema a chissà quando fosse qualcosa di cui gioire. Ma al di là delle opinioni personali, in questi giorni si stanno dicendo e scrivendo parecchie inesattezze, diciamo così, sul progetto per accorpare i vari tribunali e palagiustizia a Bari, dopo che dieci anni fa proprio la Pizzarotti da Parma aveva cercato di spiegare cosa intendesse fare per sciogliere una volta per tutte il nodo edilizia giudiziaria nel capoluogo pugliese. “E’ arrivato il momento di fare il punto della situazione, chiudendo un ciclo che si è aperto tre anni fa, senza arrivare purtroppo al bandolo della matassa”, spiegava a novembre 2006 l’ingegner Michele Cutolo, delegato e responsabile tecnico di un’impresa che, dopo aver vinto una ricerca di mercato indetta dal Comune di Bari ad agosto 2003, attendeva una risposta definitiva. Cutolo per conto dell’impresa davanti al plastico della Cittadella aveva, infatti, minuziosamente descritto, con i dettagli di una proposta che smussava anche gli ultimi spigoli. In breve. Niente più varianti al Prg, o meglio compensazione: “I baresi non spenderanno una lira e non perderanno un metro quadrato di verde”, tagliava corto già allora l’impresa parmense. Che aveva aperto le porte della nuova Cittadella a servizi e concerti, con la costruzione di un anfiteatro da ottocento posti a beneficio dei residenti. Anzi, di tutti i cittadini baresi, ci teneva a dire il delegato di Pizzarotti. E il quartiere Libertà, sarebbe stato abbandonato? Neanche per sogno, anche lì il progetto complessivo prevedeva la realizzazione di nuovi uffici e verde nel vecchio complesso di piazza De Nicola, senza contare tutti gli altri dettagli della nuova proposta economica. Che prevedeva, una volta inaugurata la struttura, la possibilità di conteggiare i canoni versati dal Comune a titolo di locazione, casomai lo Stato dovesse decidere di acquistarla. La nuova Cittadella, insomma, aveva preso forma ancora più appetitosa e smagliante, nonostante le critiche di molti ambientalisti e partiti di Maggioranza. Infatti, come sanno bene a Bari e Parma, Sindaco e Giunta non hanno mai avuto nessuna intenzione di accettare la proposta, anche quella delineata dieci anni or sono con tutti i particolari. Un progetto che forse altrove avrebbe avuto ben altre risposte, ma anche queste sono…opinioni personali. “Dispiace che nonostante siano passati diversi giorni dalla notifica dell’ultima lettera di diffida, dal Comune nessuno si sia degnato di rispondere”, rimarca ancora oggi l’ingegnere Michele Cutolo. Ma l’impressione era ed è che la battaglia per l’edilizia giudiziaria si sia già combattuta in passato su altri fronti ed alla fine abbia prevalso la linea del meglio niente, se a lavorare non sono sempre le solite imprese locali. Ma di questo nessuno ha mai parlato nell’incontro fra Cutolo e i giornalisti a novembre 2006 e nemmeno dopo, sperando che qualcuno a Palazzo di Città si degnasse di spiegare le ragioni del rifiuto. Invece il tempo è trascorso, sono mutati sindaci, assessori e ministri, ma a Bari si continua a girare come trottole per raggiungere aule e tribunali. L’ultimatum notificato al Sindaco da Pizzarotti, prima del ricorso al tribunale amministrativo, è scaduto e ora partiranno, quasi certamente, le richieste risarcitorie. Pesanti. Insomma, resta prepotentemente il problema degli uffici giudiziari a Bari, dopo che la questione era finita un po’ in disparte, mentre anche la commissione di Manutenzione di Corte di Appello presieduta da Giacinto De Marco, con a fianco il Capo della Procura, inviò una lettera al sindaco Emiliano. Un’altra nota che aveva il sapore dell’ultimatum. L’ennesimo. Quella commissione prima dell’estate 2006 aveva, fra l’altro, ricordato al sindaco di aver gia’ ultimato da tempo i suoi lavori e di aver scelto il progetto della Cittadella della giustizia presentato dalla ditta “Pizzarotti” da Parma. Morale della favola? E’ giunto il momento delle scelte e, soprattutto, delle risposte concrete, a prescindere da un progetto che non è mai piaciuto a parecchi amministratori baresi, che hanno fatto leva sulla necessita’ della variante urbanistica per farlo saltare. La commissione, che per arrivare alle sue conclusioni ha speso anni di lavoro, non gradisce il tira e molla politico che si sta sviluppando su questo argomento, mentre il Capo della Procura Marzano ha trasmesso all’epoca gli atti relativi alla necessità di mettere a norma l’attuale sede giudiziaria alla Procura di Lecce, competente per territorio a seguire eventuali indagini. Ma una seconda missiva inviata al sindaco nel giro di poche settimane dalla Commissione di Manutenzione fu perentoria: si porti il progetto all’esame del Consiglio Comunale. E si chiuda una vicenda che altrove avrebbe avuto ben altra risonanza….E queste non sono opinioni personali. 

 

Francesco De Martino 

 


Pubblicato il 16 Giugno 2016

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