“Umano/disumano”: la lezione di Zygmunt Bauman al Petruzzelli
Nell’affollatissimo foyer del teatro Petruzzelli, l’intervento del sociologo Zygmunt Bauman ha chiuso la rassegna di appuntamenti del “Mese della Memoria”, promosso dalla Regione Puglia e a cura dell’associazione “Presidi del Libro”. L’incontro è stato aperto dall’assessore regionale alle Attività culturali Silvia Godelli, che ha ricordato l’importanza della rassegna, ormai all’ottava edizione “una manifestazione che ha sempre ospitato anche testimoni diretti della Shoah, purtroppo sempre meno tra noi, accanto alle iniziative di presentazioni di libri e incontri sulla cultura ebraica”. Salutato anche dal presidente dell’associazione Marina Losappio (Presidi Libro) e dall’editore Giuseppe Laterza, Bauman ha tenuto una “Lectio Magistralis” sul tema “Umano/Disumano”. “I demoni che hanno tormentato e straziato il XX secolo altro non sono stati che il risultato dello sforzo comune di portare a compimento il compito che l’era moderna, sin dai suoi albori, aveva assegnato a se stessa- ha spiegato Bauman-. L’era moderna è stata un viaggio verso la perfezione. L’obiettivo era uno stato che non avrebbe mai più avuto la necessità di mettere in campo sforzi per migliorare la condizione umana, una condizione in cui qualsiasi altro intervento avrebbe peggiorato la vita dell’uomo. Per queste stesse ragioni, l’era moderna è stata anche un’era di distruzione. Raggiungere la perfezione richiedeva la soppressione di coloro che questo paradiso terreno non poteva accogliere. La distruzione era essenza stessa della creazione. La perfezione poteva essere raggiunta soltanto epurando le imperfezioni. La storia della modernità, ed in particolare di come questa è andata rivelandosi nel XX secolo, è la narrazione storica di una distruzione creativa. Le atrocità che hanno segnato il corso di quello che Eric Hobsbawm ha chiamato il “secolo breve”, dal 1914 al 1989, erano nate dal sogno di un ordine, una purezza, una chiarezza e trasparenza della massima perfezione”. Di qui i tentativi di realizzare un “ordine definitivo” sul piano umano. “Sulla scorta di un’attenta e completa analisi degli archivi degli istituti di ricerca e degli uffici amministrativi nazisti- ha continuato Bauman-, Gòtz Aly e Susanne Heim sostengono che le politiche dei nazisti miravano a ridisegnare la mappa sociale, etnica e politica dell’Europa: modernizzazione e distruzione erano profondamente legate fra loro. Dopo aver militarmente conquistato l’Europa, i nazisti erano determinati a dar vita in questo continente a “nuove strutture sociali, economiche e militari il più presto possibile”. Bauman ha richiamato la filosofa Hannah Arendt a proposito della “fede nell’onnipotenza dell’uomo: la ferma convinzione che, con il giusto tipo di organizzazione sociale, si possa realizzare tutto. […] La convinzione che li ha portati a fare esperimenti, probabilmente già accarezzati dall’immaginazione umana, ma mai messi in pratica dall’uomo fino a quel momento.” Con estrema lucidità, Bauman ha definito i contorni di quel macabro piano genocida: “L’obiettivo di raggiungere un ordine finale perfetto e totale trovava piena rispondenza nel pensiero “progressista” di queste figure. Le loro menti moderne, in tutte le varianti, dichiaravano guerra al disordine della condizione umana. Anch’essi sognavano la realizzazione di un ordine sociale puro e trasparente in cui la perfezione trovava una perfetta identificazione nella omogeneità e nell’eliminazione degli inquinanti sociali. Ed essi non erano disposti a discostarsi dalla inevitabile conseguenza di un tale ideale: la necessità di limitare, o ancor meglio, porre fine alla irritante varietà umana. Queste figure destinarono all’esecuzione tutti coloro che sembravano rendere tale varietà irriducibile. Per la mente moderna l’eliminazione di elementi indegni e inferiori costituiva un atto creativo. Era il metodo precipuo per costruire un nuovo ordine ed eliminare caos e casualità: due demoni alleati in una guerra di logoramento al nuovo ordine trascendente”. Un piano che prevedeva anche una “ripopolazione” coatta: “Oltre all’annientamento completo degli Ebrei questa visione comprendeva, in maniera certo non meno essenziale, rastrellamenti e deportazioni di massa di popolazioni insediate nei “posti sbagliati”, ossia in quei posti destinati ad altro uso. Istituito nel 1939 sotto la guida di Adolf Eichmann, il tristemente noto Abteilung IV D 4 si vide assegnato il compito ed il potere di procedere non solo alla “deportazione degli Ebrei, ma anche al ricollocamento di Polacchi, Francesi, Serbocroati e Lussemburghesi”. Info: www.presidi.org
Mariapina Mascolo
Pubblicato il 28 Febbraio 2013