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Un altro anno di ‘solidarietà’: tirano un sospiro di sollievo i dipendenti della Fiera

Sempre in primo piano le questioni del personale all’interno della Fiera del Levante di Bari, che in ogni caso dovrà aspettare ancora un mese per definire l’accordo con la Fiera di Bologna. Ma ad aspettare davvero con ansia notizie certe sul futuro dell’ente fieristico barese sono i trentasette dipendenti rimasti in servizio che hanno dovuto aspettare l’altro giorno, in seguito a una riunione tra commissari e rappresentanti sindacali, per sapere che il loro contratto di solidarietà, pur cambiando solo il nome, resta in vigore per un altro anno. Dunque, accordo di solidarietà con tagli fino al cinquanta per cento dello stipendio a seconda delle ore di lavoro prestate per tutto il 2017, ma lavoro  stipendio assicurato per tutti. A darne notizia è stato Giuseppe Boccuzzi, segretario Cisl pronto anche a rassicurare dopo l’incontro della settimana scorsa con la rappresentanza regionale che la questione lavoro e personale, primaria per i rappresentanti sindacali, verrà monitorata con almeno altri due incontri a gennaio. In calendario, dunque, una vertenza che non è mai stata facile per nessuno, visto che sono diverse le problematiche da affrontare per sistemare senza troppi dolori i lavoratori della Fiera, compresi quelli che godono ancora della disoccupazione Inps, quelli che potranno passare alle società partecipate del Comune o nella multisala in costruzione. Ma andiamo per ordine. Come spiega il segretario pugliese Cisl dei trentasette dipendenti della Fiera del Levante, una decina saranno assorbiti dalla new.co e il resto da dividere tra il nuovo soggetto pubblico dei soci fondatori, mentre in attesa di questa benedetta privatizzazione, lo stipendio verrà garantito con questo accordo solidale previsto dall’Inps e concordato, appunto, coi sindacati. Dunque, in cima alle trattative in corso ormai da oltre tre anni per cambiare il futuro della nostra Fiera ci sono loro, i dipendenti rimasti in servizio dopo pensionamenti anticipati e trasferimenti. Tutti preoccupatissimi per un futuro reso incerto anche dai loro ruoli nella società, appunto, che nascerà con la benedizione della Camera di Commercio di Bari dopo i colloqui e i ‘curricula’ consegnati tre mesi fa ai consulenti bolognesi. Che però, ora, hanno problemi più seri da risolvere. La Fiera bolognese, infatti, aveva dato per scontata la nuova societa’ di gestione con la fiera barese, sbagliando del tutto mira. Infatti l’accordo è stato approvato soltanto dal Consiglio di Amministrazione, senza passare attraverso le forche caudine dell’assemblea generale, come stabilito dal relativo regolamento. Appuntamento a fine gennaio anche su questo fronte, a quanto è dato sapere da fonti emiliane, con la certezza almeno che la nuova cordata sara’ guidata dall’ente camerale del capoluogo pugliese guidato da Sandro Ambrosi con una partecipazione degli emiliani a una quota minoritaria. L’investimento iniziale ammonterà a 3 milioni di euro, ma l’asse portante sarà come detto affidato alla Camera di Commercio di Bari (85% delle quote) e Bologna Fiere (15%) da gennaio, a causa degli imprevisti in Emilia

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 31 Dicembre 2016

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