Cronaca

Un altro colpo ai servizi per minori e donne: senza uscita la crisi dell’Istituto ‘Maria Cristina’?

Tornano in campo i rappresentanti dei lavoratori per tentare il rilancio dell’Istituto Maria Cristina di Savoia di Bitonto, coinvolgendo tutte le istituzioni pubbliche presenti sul territorio: dal Comune all’Ambito Sociale di Zona, dalla Prefettura alla Regione Puglia. L’Istituto che eroga servizi alla persona versa in uno stato totale di abbandono –come scrivono Cgil, Cisl e Uil con Patrizia Tomaselli, Giuseppe Zoli e Davide De Gregorio – in cui attualmente è precipitata l’Azienda e le drammatiche condizione in cui versano i lavoratori, diversi addirittura a part – time. Lavoratori che non percepiscono lo stipendio da oltre cinque mesi, a cui va aggiunta la tredicesima 2014 e il salario accessorio degli ultimi anni. Eppure l’Istituto ‘Maria Cristina’ è una struttura educativo-assistenziale che si impegna a ospitare minori in età compresa fra 0-3 anni, 6-18 anni, giovani donne in stato di disagio, ragazze madri, nuclei familiari nel pieno rispetto di ogni diritto naturale e giuridico della persona umana, tenendo conto delle necessità di ogni singolo ospite, assicurando il rispetto della privacy e della dignità di ognuno e offrendo interventi educativo-assistenziali tendenti a favorire l’armonico sviluppo psico-fisico (in particolare per i minorenni) ed il conseguimento di una autonomia di vita ed integrazione sociale per le giovani donne, la madri e i nuclei familiari disagiati. L’istituto a pochi chilometri dal capoluogo è pure impegnato nella collaborazione con i servizi territoriali, la Magistratura minorile, la famiglia di appartenenza di ogni singolo ospite, la scuola e i vari centri di formazione professionale, con l’intento di rimuovere le cause che hanno determinato lo stato di disagio-bisogno e il conseguente inserimento presso la struttura assistenziale, osservando le eventuali prescrizioni imposte daII’Autorità giudiziaria o dai vari enti affidatari al fine di formulare prima, e realizzare successivamente, un progetto educativo personalizzato che tenga conto delle problematiche ed esigenze di formazione e crescita dell’assistito e tenda alla rimozione delle cause che hanno determinato l’inserimento nella struttura. L’intervento va impostato comunque sul criterio della temporaneità. Si garantiscono, inoltre, iniziative a carattere culturale, sportivo e dei tempo libero sia all’interno della struttura che all’esterno per una più completa formazione individuale in un’ottica di integrazione, promozione e socializzazione. Ma torniamo alla triste realtà: le  dimissioni  del  Presidente  Elia,   che  lasciato   l’Azienda   con  una  situazione   debitoria significativa, imponevano un chiaro segnale di cambiamento e di rilancio per l’Istituto bitontino, ma a distanza di mesi “…non è stato possibile registrare alcun miglioramento, anzi la situazione è diventata ancora più critica, probabilmente o mancano le capacità per avviare un serio rilancio dell’Azienda oppure si punta a smantellare una Istituzione storica, che ha dato lustro al Comune di Bitonto e al territorio circostante, consegnandola di fatto ad interessi di privati operatori. “La situazione di abbandono in cui versa l’azienda di servizi alla persona Maria Cristina di Savoia di Bitonto non è più tollerabile”. In campo anche il deputato del M5S Francesco Cariello, commentando la notizia dell’interruzione della fornitura del servizio elettrico all’Istituto. “Da tempo – continua – sono note le difficilissime condizioni economiche dell’Ente ma, inspiegabilmente, per la salvaguardia di questa struttura le istituzioni locali non mostrano la volontà politica per assicurarle un futuro”. “Il distacco dell’energia elettrica per il mancato pagamento delle fatture e non per un guasto tecnico – aggiunge il deputato – è sintomatico di una situazione di abbandono gestionale protrattasi ormai da mesi e pertanto occorrono garanzie per rassicurare l’Ente e i suoi fornitori”. “Una struttura specialistica di assistenza alla persona come il Maria Cristina di Savoia – conclude Cariello – è indispensabile per la cittadinanza di Bitonto e dell’intera area metropolitana di Bari e il M5S è pronto ad un confronto sul tema”. Che fare? I sindacati sono convinti che bisogna invocare – ma da subito…- “l’intervento di tutti gli attori istituzionali per avviare tempestivamente il rilancio di una azienda che ha tutti i requisiti e le potenzialità per poter essere competitiva nel settore, assicurando un servizio pubblico specialistico richiesto dal territorio e preservando i posti di lavoro per quei lavoratori che vi operano e per il sostentamento delle loro famiglie”. Per questo, le maggiori organizzazioni sindacali hanno chiesto la nomina di un nuovo Presidente dell’Istituto Socio-Assistenziale ‘Maria Cristina’ da parte della Giunta Regionale, che rompa con il passato e che abbia come obiettivo il rilancio dell’Azienda, ma anche l’intervento  del  Comune  di  Bitonto  che  deve  farsi  carico  concretamente  del  futuro  di  questa Istituzione, inglobandola all’interno di un sistema di welfare costruito per l’Ambito Territoriale e che ponga il Maria Cristina quale soggetto centrale a cui affidare una serie di servizi, anche amministrativi, previsti nel Piano Sociale di Zona. Il rilancio è possibile, le potenzialità ci sono tutte, quello che attualmente manca è la volontà e l’entusiasmo di voler salvare una Istituzione storica e significativa per il territorio di Bitonto e per i comuni limitrofi. Nei prossimi giorni si conosceranno le iniziative da intraprendere per salvare e rilanciare il Maria Cristina di Bitonto.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Marzo 2015

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