Un altro ‘megastore’ al Libertà: il ‘made in china’ uccide il commercio barese
Potrebbe essere il colpo di grazia, oppure, come già dicono in tanti al quartiere Libertà, un “disastro commerciale annunciato”. Luigi e Michele Cipriani, dirigenti del Movimento Politico “Riprendiamoci il Futuro”, guidano la protesta per l’imminente apertura di un altro grande magazzino a occhi a mandorla nel quartiere. Una megastruttura cinese, secondo loro, che divorerà gran parte delle piccole attività commerciali della città, schiacciando soprattutto quelle presenti nel quartiere Libertà. <<Per gran parte delle piccole attività commerciali della nostra città – già colpite dalla crisi economica che sembra non avere fine – sarà la fine. A giorni, infatti, in via Brigata Bari angolo via Francesco Crispi si inaugurerà un ‘megastore’ che porterà lo scompiglio per gran parte delle piccole attività commerciali del quartiere e non solo. Per non parlare del danno economico che creerà all’indotto economico cittadino in quanto gli incassi della mega struttura non finiranno nel circuito economico locale ma finiranno direttamente nei forzieri di banche Cinesi!>>, rimarcano Cipriani padre e figlio. Il grande magazzino che per ora è rivestito dai teloni di plastica azzurra nelle sue vetrine, sarà adibito alla vendita di articoli per la casa, detersivi, cartoleria, articoli elettronica e cellulari, articoli delle feste e tanto altro, come sanno bene i tanti baresi in vena di risparmio che già frequentano i tanti magazzini grandi e piccoli del Paese dei mandarini. A questo punto sono fortemente preoccupati i rappresentanti dei commercianti baresi per la fine che faranno le nostre piccole attività della zona. Tutto ciò, difatti, conferma che ormai la nostra città è invasa da centinaia di attività commerciali gestite da asiatici ed africani, operanti in molte strade commerciali del quartiere Libertà: come può la politica locale continuare a far finta di nulla per salvaguardare il piccolo commercio locale? <<Non ci meraviglieremmo se all’inaugurazione -funerale per le nostre piccole attività commerciali partecipi anche il Sindaco e alcuni membri della Giunta Comunale>>, sbotta Gino Cipriani. Insomma, per loro sarebbe molto più utile bloccare in futuro le autorizzazioni per queste attività ed al contrario incentivare, attraverso progetti ‘ad hoc’, le sempre più rare attività commerciali locali, anche se proprio pochi giorni fa il primo cittadino al tavolo delle conferenze al primo piano di Palazzo di Città ha presentato un progetto per aiutare il commercio barese, ponendo freno alla sempre più dilagante desertificazione della nostra ex bella città. In effetti la competizione tra le aziende europee e quelle cinesi resta solo sulla carta, dopo che gli esperti del settore, a livello nazionale, hanno calcolato di perdere circa 300mila posti di lavoro diretti a livello europeo e circa 40mila in Italia, a causa dell’imperversare dei prodotti ‘Made in China’. «Per colpa della concorrenza cinese — si legge sui giornali di economia nazionali — le importazioni cinesi hanno raggiunto i 63,8 milioni di metri quadrati, con una quota sul consumo in forte crescita nonostante la crisi, mentre sul fronte dei prezzi, secondo Eurostat, la differenza tra i prodotti importati nel raffronto con quelli europei aumentata da circa il 40% del 2017 al 50% del 2018. Una concorrenza sleale tangibile che è costata circa 15mila posti di lavoro. Di qui la scelta di muoversi con la richiesta delle misure antidumping>>. E a Bari la crisi dei piccoli e medi esercizi commerciali è ormai inarrestabile, anche per colpa di quei grandi magazzini a basso costo, come quello che sta per aprire i battenti in via Crispi…
Antonio De Luigi
Pubblicato il 21 Settembre 2018