Cultura e Spettacoli

Un anfiteatro come una cattedrale nel deserto

E’ uno degli anfiteatri romani più belli e meglio conservati al mondo, eppure non gode dell’attenzione che merita. Eretto nell’età augustea dal magistrato Marco Vecilio Campo, l’anfiteatro di Lucera dispone di un’arena che misura 75,20 x 43,20 m. ; si calcola che l’immensa struttura potesse ospitare fra i sedici e i diciottomila spettatori. La cifra,enorme, sollecita interrogativi : la Lucera del tempo e il suo territorio potevano giustificare una struttura così grande?Anche uno stadio della stessa capienza nella stessa città sarebbe oggi eccessivo. Scavando tra le fonti emerge una cosa interessante : Marco Vecilio Campo, all’epoca magistrato, fece costruire a sue spese quell’anfiteatro e su un terreno che gli apparteneva… Non basta : l’edifico è dedicato ad Augusto, come testimoniano iscrizioni sugli architravi degli ingressi. Il quadro è ora più chiaro : Vecilio Campo, che già di suo doveva essere facoltoso, al momento della guerra civile volle ‘puntare’ sul giovane Ottaviano sostenendolo economicamente e politicamente. Quando Ottaviano, ribattezzato Augusto, divenne il primo imperatore di Roma, volle manifestarsi riconoscente verso quanti erano stati al suo fianco sin dalla prima ora. Ciò consentì a Vecilio Campo di diventare uno degli uomini più ricchi del Mezzogiorno. Diversamente non avrebbe potuto disporre dei milioni di sesterzi necessari all’edificazione di quell’anfiteatro. E perché un’opera così platealmente grande? Per due motivi, conservare il favore dell’imperatore con un’opera che facesse notizia sino a Roma e legare il proprio nome ad una costruzione pensata  per sfidare i secoli. Del primo motivo non abbiamo conferma ; quanto al secondo, l’anfiteatro è giunto pressoché intatto ai giorni nostri. Fece mai quel ‘contenitore’ il tutto esaurito? Anche affidandosi ai migliori impresari, quelli che potevano fornire il meglio tra gladiatori e bestie feroci, non si sarebbe potuto richiamare più di tutta la popolazione di Lucera e dintorni (ovvero quanto bastava a riempire per metà la struttura). Forse il pienone, il primo e l’unico si registrò in occasione della giornata inaugurale, convergendo su Lucera patrizi venuti persino da Roma, attratti da un ricco calendario di festeggiamenti di cui l’inaugurazione dell’anfiteatro augusteo costituiva l’apice. Dopo quel giorno, solo folle miserelle, qualche migliaio di spettatori sperduti all’interno della vasta scalea, convenuti per assistere a spettacoli cruenti e a ingresso libero (gli faceva un baffo l’incasso a uno come Vecilio Campo). Guardando l’anfiteatro lucerino col distacco che duemila anni di storia impongono, si ha la sensazione della classica ‘cattedrale nel deserto’, del fumo gettato a profusione negli occhi della gente per ostentare potenza e assicurarsi un serbatoio elettorale inesauribile. A ben guardare, una storia assai moderna.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Ottobre 2014

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