Cultura e Spettacoli

Un animale da sala d’incisione

Si è mai esibito in Puglia Lucio Battisti, del quale oggi ricorre il 78° anniversario della nascita ? No. Consoliamoci, Battisti si concedeva al pubblico solo attraverso la sua produzione discografica. La sua carriera, durata una trentina d’anni, conobbe solo due tournée, due brevi tour consumati nelle estati del 1969 e del 1970 col supporto di Formula 3. Poi, più nulla, a parte alcune apparizioni televisive. Celebre quella del 23 settembre 1972 (l’ultima in RAI) in cui presentò ‘I giardini di marzo’ e duettò con Mina. Dopo quella volta, solo pochi canali stranieri ebbero il privilegio di ospitarlo tra il 1974 e il 1980. Perché? Si vuole che Battisti avesse un pessimo carattere, che non amasse il prossimo, che entro certi limiti fosse addirittura un asociale. Certo, non era un tipo espansivo. Soprattutto non era un animale da palcoscenico. Era invece un animale da sala d’incisione. Quello era il suo habitat, solo lì poteva raggiungere la perfezione. Serate e concerti li vedeva come una perdita di tempo, al pari delle interviste concesse alle testate giornalistiche. Pur consapevole che avrebbe potuto guadagnare assai di più incidendo meno ed esibendosi di più (fra i tanti luoghi comuni che riguardano il Nostro c’è pure la venalità), Lucio Battisti preferì sempre  mettere tutto sé stesso – anche con pignoleria maniacale – in un microsolco. Come poteva venire in Puglia a cantare? Eppure in Puglia veniva, venne più di una volta. Lo fece in veste di turista tra la fine degli anni sessanta e il 1973. Era ospite di Mogol, proprietario di una villa a Torre Squillace, a pochi chilometri da Porto Cesareo, acquistata su indicazione di Adriano Pappalardo, il cantautore salentino che all’epoca frequentava il giro milanese della Numero Uno, l’etichetta discografica dello stesso Mogol. In questo vasto ed elegante immobile inserito nel cuore di un pineta affacciata sul mare Mogol e Battisti passarono diverse estati in compagnia di parenti e amici. Quando ne avevano l’estro, i due amici si ritiravano in una stanza adibita a studio di registrazione. Sembra che a Torre Squillace siano nate cose come ‘Acqua azzurra, acqua chiara’. Ma poi Mogol vendette. Fu a causa dell’abusivismo edilizio, divenuto in quei tre anni addirittura esplosivo. Mogol parlò di piccoli ecomostri che spuntavano come funghi, di vicinato insostenibile, di auto parcheggiate sugli scogli… Nel giro di quattro cinque anni un posto incontaminato e selvaggio era involuto in una località di mare mordi-e-fuggi. Una cosa inaccettabile. L’immobile venne acquistato da imprenditori salentini, i fratelli Ruberti. Tempo fa si parlava di trasformare quella villa e la relativa area verde in una sorta di ‘parco letterario’ dedicata al mito-Battisti ; una piccola struttura ricettiva, poi, doveva accogliere  ospiti di prestigio previsti all’interno di un calendario d’eventi… Poi la doccia fredda : la proprietà messa in vendita. Se ne è saputo più nulla.

 

Italo Interesse

 

 

 


Pubblicato il 5 Marzo 2021

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