Cronaca

Un concorso nato male, l’assessore Nunziante aspetta la graduatoria definitiva

< pianificazione e programmazione, all’assunzione delle 187 unita’ vincitrici del concorso>>. Lo ha spiegato ieri l’ex prefetto barese e assessore al Personale della Regione Puglia, Antonio Nunziante, tenendo un’informativa in Consiglio regionale sulla graduatoria relativa al concorso indetto dalla Regione Puglia per il reclutamento di duecento funzionari di categoria D1. <>. Insomma, non sarà una procedura né semplice, né breve quella per rinfoltire i ranghi del personale regionale, iniziata come si ricorderà già sotto il uoco amico delle polemiche, con Vendola alla guida dell’ente. La procedura
concorsuale, difatti, fu affidata al Formez e si è praticamente conclusa a maggio scorso, allorquando la Regione alla vigilia delle elezioni ha verificato la graduatoria provvisoria predisposta ed e’
stata rinviata all’agenzia per la graduatoria definitiva. Dunque, concorsi, assunzioni e bandi sempre in primo piano alla Regione Puglia, già da un paio di anni fa, quando nella sede del Consiglio in via Capruzzi, il gruppo consiliare Popolo delle Libertà-Forza Italia convoco’ d’urgenza tanto di conferenza stampa per illustrare le anomalie relative al concorso bandito dalla Regione Puglia, appunto, per questi duecento funzionari tra tecnici e amministrativi. “Si tratta di un concorso-truffa che crea, nei giovani e nei disoccupati, illusioni e false speranze, in un momento delicato di crisi economica e occupazionale”. Parlava così senza fronzoli il capogruppo Pdl-FI Ignazio Zullo, che aveva presentato una mozione per impegnare il Governo regionale a revocare e rivisitare il bando di concorso indetto all’inizio del 2014, precisamente a marzo. Niente di nuovo: erano giorni e giorni che i consiglieri pugliesi di minoranza, ma anche di maggioranza come Antonio Maniglio, usavano toni alti e parole pesantissime per stigmatizzare la procedura azionata dall’assessore/sindacalista Leo Caroli per trovare corsie preferenziali allo scopo di stabilizzare i circa quattrocento precari della Regione Puglia. Zullo aveva anche precisato che la mozione per rivedere il bando del maxiconcorso da categoria ‘D’ muoveva dal mancato intervento, sul tema, da parte del segretario regionale del Partito Democratico, esortato dal vicepresidente del Consiglio regionale Antonio Maniglio ad assumere una posizione di difesa dei principi costituzionali di uguaglianza e di parità di condizioni di accesso per tutti i cittadini nella valorizzazione del merito, nel momento in cui è stato pubblicato il concorso, bollato dallo stesso Maniglio come “concorso con il trucco”. Nella mozione si chiedeva, peraltro, di procedere con immediatezza alla revoca ed alla rivisitazione del bando, ma anche di prevedere pari condizioni di attribuzione dei punteggi per i partecipanti al concorso; di stabilire prove differenziate per le diverse qualifiche dei funzionari (amministrativi e tecnici); di qualificare, nell’ambito dei settanta posti (ora ridotti per altre ragioni) per le funzioni tecniche, ma anche di ripubblicare il bando. Tutto questo senza parlare di quella “gabella” per la partecipazione al concorso che “non dà una buona immagine della Puglia migliore del Presidente Vendola in un’Italia che da molti anni ha eliminato la marca da bollo pur di favorire la partecipazione ai concorsi”, dicevano le opposizioni. In particolare, si trattava di una tassa di concorso pari a 20 euro, che in una sola settimana ha già consentito alla regione Puglia di incassare circa 140 mila euro, a fronte delle 7 mila domande pervenute. Cifre considerevoli, illegittime per la stessa regione da chi potrebbe tornare a denunciare un “concorso-spot da campagna elettorale, in una Regione in cui in oltre dieci anni non è stata data alcuna risposta al mercato del lavoro e in cui la disoccupazione giovanile ha superato la soglia del 40%. Ma quel che è ancor più grave, in una Regione che non ha una pianta organica per poter calcolare il numero effettivo dei posti vacanti, da colmare come previsto dalla legge attraverso le procedure di mobilità extra-regionale, che devono obbligatoriamente precedere i bandi che mettono a concorso i posti non ricoperti. Una pezza a colori che la Giunta Emiliano sta finalmente cercando di mettere allo scopo di non aumentare i problemi del personale regionale che s’incrociano con quelli delle ex province dismesse fin troppo frettolosamente. Lavoro e molto in vista per l’ex prefetto barese che occupa la poltrona di assessore alle risorse umane…

 

Antonio De Luigi 


Pubblicato il 30 Settembre 2015

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