Cronaca

Un decreto legislativo potrà cambiare la geografia politica negli enti locali

Entro il 19 maggio prossimo potrebbe cambiare la geografia dei nomi e degli incarichi politici, o dirigenziali, di Comuni, Asl, Provincie, Regioni ed in molti altri enti partecipati, per gli effetti del decreto legislativo n°39 dell’8 Aprile 2013, con cui il governo Monti ha disciplinato diversi nuovi casi di “incoferibilità” negli incarichi pubblici e le “incompatibilità” in alcuni ruoli politico-amministrativi con quello di dirigente in particolari settori dell’Amministrazione pubblica. Infatti, le nuove disposizioni sono entrate in vigore lo scorso 4 maggio ed entro i quindici giorni successivi i soggetti interessati da incompatibilità di ruolo ed incarico dovrebbero adeguare la propria posizione a quanto stabilito dal citato decreto Monti, onde evitare incorrere in responsabilità di natura erariale, oltre che disciplinare. Però, nel corso di queste due settimane intercorrenti tra il 4 ed il 19 maggio, stanno sorgendo problemi di applicazione di questa legge in alcuni casi di incompatibilità, che secondo le norme non sembrano sufficientemente chiari, sia ai soggetti interessati che a coloro che devono, in concreto, provvedere alla loro applicazione. Infatti, se per le inconferibilità di incarico, nel caso di dubbio, si può comunque tergiversare e nel frattempo attendere i chiarimenti necessari dagli Organi preposti, invece per i casi di incompatibilità scattati a seguito dell’entrata in vigore della nuova disciplina la situazione è più complessa, perché l’inconveniente, in teoria, dovrebbe essere eliminato entro 15 giorni dall’entrata in vigore del decreto. Infatti, se in molti casi la situazione di incompatibilità è chiarità bene dalle nuove disposizioni, in altri invece sorgono incertezze interpretative, e quindi dubbi applicativi, per cui la decisione diventa difficile da prendere speditamente, se non dopo che siano stati interpellati gli Organi preposti per i chiarimenti e questi si siano pronunciati sul caso a loro rappresentato. Procedura, quest’ultima, che richiede tempi sicuramente superiore ai 15 giorni entro i quali gli interessati dalle nuove norme sull’incompatibilità sono stati chiamati a decidere per quale incarico optare e, quindi, rimuovere in tempi brevissimi la posizioni di sopravvenuta incompatibilità. E’da rilevare che per molti casi di neo-incompatibilità trattasi di incarico elettivo, quale quello di consigliere comunale, provinciale regionale, o di nomina assessorile conseguita a suo tempo e che ha comportato, all’epoca della nomina, alla rinuncia della carica di consigliere comunale, o provinciale. Per cui, nei casi di incertezza dell’incompatibilità, le dimissioni da consigliere, o assessore, avrebbero conseguenze irreversibili per l’interessato qualora, in sede di chiarimenti della nuova disciplina, fosse appurato che determinate fattispecie in concreto non ricadono tra gli incarichi interessati dalle nuove disposizioni. Una situazione di incertezza, quella che si sta verificando a seguito dei tempi ristretti concessi per optare, che in alcuni casi particolarmente complicati rischia di trascinarsi per molte settimane oltre il termine stabilito del 19 maggio prossimo. E non sarebbe neppure da escludere che possano sorgere contenziosi, sia sull’applicazione della nuova disciplina che sulla procedura di non ottemperanza delle norme previste. In diversi casi dubbi, infatti, i soggetti interessati al momento sembrerebbero propensi a non dimettersi da incarichi elettivi, a cui non potrebbero essere reintegrati in caso di un’effettiva insussistenza dell’incompatibilità con il ruolo professionale, dal quale però possono temporaneamente tirarsi fuori, mettendosi momentaneamente in aspettativa. Ma non sempre in tutti i casi dubbi questa soluzione è “economicamente indolore” per gli interessati.

 

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 14 Maggio 2013

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